Monza, con i soldi delle pizzerie facevano la bella vita: patteggiano due ex coniugi

I titolari della catena fallita "Donn'Angelin" non pagavano fornitori e contributi ai lavoratori

Severino Picone e la moglie Angela Stanzione

Severino Picone e la moglie Angela Stanzione

Monza, 22 febbraio 2022 - Hanno patteggiato la pena rispettivamente di 4 anni, 4 mesi e 15 giorni e 4 anni e 3 mesi di reclusione Severino Picone e Angela Stanzione, gli ex coniugi della fallita catena di pizzerie "Donn'Angelin" che erano finiti in carcere con le accuse a vario titolo di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale e autoriciclaggio.

Secondo l'accusa hanno utilizzato i soldi provenienti dall'attività delle pizzerie aperte a Lissone, Muggiò e Bresso dove, secondo l'accusa, non venivano pagati i contributi allo Stato e ai lavoratori e neanche i fornitori, per fare la bella vita: viaggi mondani, estati a Ibiza, un appartamento sfarzoso in affitto a Milano e un brand di abbigliamento femminile indossato da ignari personaggi dello spettacolo come Isabella Ferrari, Elodie e Arisa.

Coinvolti nella vicenda anche la madre di Angela Stanzione e un altro prestanome che vivono in Campania, che hanno scelto il processo con il rito abbreviato la cui discussione è stata fissata al 7 luglio al Tribunale di Monza, mentre un quinto imputato di reati fiscali è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa.

L'operazione, denominata dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Monza "Pret-a-Manger", ha anche portato al sequestro di beni per oltre 1 milione e 200mila euro. Le Fiamme gialle hanno scoperto un sistema di frode con cui gli arrestati distraevano i profitti delle pizzerie, illecitamente riciclati e reinvestiti nel 2018 e 2019 in due società, una operante nel settore della moda e l'altra nel settore della ristorazione. La moglie di Picone gestiva la 'Pycoch srl', una società con sede a Lissone ma che agiva nel quadrilatero della moda a Milano e anche all'estero, titolare del marchio internazionale di moda 'Albagìa' che significa alterigia, boria, pomposa estimazione di sé. Picone, invece, secondo gli inquirenti, stava per mettere in piedi un'altra catena di pizzerie dal nome 'Nonn'Angelin', con sedi ancora anche in Brianza.