
Monza, 4 novembre 2023 – “Non mi chiamo Luisella, e quella non è casa mia. Io mi chiamo Maria”. Ci aveva provato la signora, una donna sulla settantina, a dirglielo agli operatori dell’ambulanza. Ma niente. Data l’età avanzata e la presunta confusione dopo il ricovero in ospedale, meglio non dare troppo peso alle parole della paziente. E l’hanno riportata a casa a Monza. Quella sbagliata, però. È stato quando la presunta figlia ha aperto le porte dell’appartamento che tutto è stato svelato. “Immagini lo choc, quella donna che avevano appena riportato a casa non era mia mamma. Era un’altra povera donna”.
Scambio di persona
Ha dell’incredibile quanto accaduto qualche giorno fa all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo. A raccontarlo, la figlia, Monica, di cui ovviamente non forniremo dati più precisi per questioni di privacy. “Mia mamma non sta tanto bene – racconta –, ha 79 anni, e quando ha avuto uno dei suoi episodi di malessere, ho chiamato l’ospedale Bassini, dove era già stata ricoverata e dove avevano già le sue cartelle cliniche. Ho portato mia madre alle 16 circa e le hanno fatto gli esami del sangue: i valori erano sballati, ma alle 23.30 il medico ci ha informato che avevano deciso di dimetterla e che bisognava ripetere gli esami una settimana più tardi per monitorarla”. Monica si prepara ma viene invitata a tornare pure a casa. La madre è allettata e per trasportarla sarà necessario ricorrere a un’ambulanza privata. È lo stesso ospedale a suggerirne una. Monica torna a casa e prepara tutto apprestandosi ad accogliere la mamma.
Equivoco-choc
Ma succede l’imponderabile. I barellieri caricano un’altra donna sull’ambulanza. Ha solo più o meno la stessa età, deve essere pure lei dimessa e ha i capelli brizzolati. “Come la mia mamma, solo un po’ più lunghi” Ma non è quella giusta. “Ho cominciato a sospettare qualcosa perché durante il trasporto – dice Monica – mi hanno chiamata all’ambulanza sostenendo che mia madre stava dando dati non corretti e chiedendo a me”. Trattandosi di una donna anziana e con problemi di confusione mentale dovuti al ricovero, “all’essere stata sballottata in ospedale”, potrebbe starci. “Il problema è che quella povera donna non era mia madre, ecco perché i dati che stava dando sulla propria identità non erano quelli giusti.
Le scuse dall’ospedale
A quel punto, sono tornati indietro e verso l’una mia mamma è finalmente giunta a casa. Era rimasta ignara in ospedale ad attendere tutto quel tempo: credo che non le racconterò quanto accaduto per non spaventarla. Dell’altra donna non ho saputo più nulla. Verso l’una e mezza il medico mi ha chiamato a scusarsi a nome dell’ospedale, ha detto che cose del genere non dovrebbero accadere”. Parole di circostanza, ovviamente. “Spero solo - racconta ancora Monica – che quanto accaduto non debba più verificarsi”. Ha pagato la tariffa dell’ambulanza? “Sì, e piena, perché dal loro punto di vista non c’erano stati errori, avevano portato a casa la donna che gli era stata consegnata”. L’ospedale Bassini, contattato in merito alla vicenda, ha ribadito le proprie scuse e ha aspetto un’indagine interna per impedire che casi simili possano ripetersi.