MONICA GUZZI
Cronaca

Differenze sociali e disagio giovanile La Brianza fa i conti coi nuovi bisogni

Lo studio dell’Università Bicocca per Assolombarda: occorre colmare il divario interno e creare altri servizi

di Monica Guzzi

Anche la Brianza ha il suo tallone d’Achille. Persino in un’area ad alto sviluppo come questa, welfare e servizi sociali sono a macchia di leopardo. E con nuove emergenze che riguardano il disagio giovanile. Lo dice lo studio condotto dal dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università Bicocca all’interno del rapporto di Assolombarda Monza e Brianza 2050.

"I dati descrivono un territorio ricco, che si colloca in uno dei contesti più dinamici, ma con una diversificazione importante all’interno", spiega Simone Caiello, il ricercatore della Bicocca che si è occupato del progetto.

Il reddito pro capite qui è di 23.775 euro l’anno, superiore alla media regionale (23.335), mentre la spesa per i servizi sociali è di 155 euro per cittadino (156 in Lombardia). Ma il territorio è tutt’altro che omogeneo.

"Le aree meridionale e occidentale della provincia appaiono come in media più svantaggiate, sia in termini di domanda di servizi sia per alcune dimensioni dell’offerta di interventi sociali", si legge nel rapporto. L’ambito di Desio rientra nelle categorie più svantaggiate (sempre in termini relativi, s’intende), seguito da quello di Seregno. Lo testimoniano la quota di spesa in carico ai cittadini, più elevata, la maggiore presenza di popolazione straniera, spesso associata a un livello di reddito più basso, e quindi più bisognosa di interventi di supporto. Anche il tessuto associativo qui non è vivace come altrove. Serve quindi un potenziamento dei servizi, perché la rete è sì importante, ma lo è ancor di più l’utenza potenziale, conclude lo studio dell’Università Bicocca.

Di contro l’area est ha un reddito medio più alto e una rete associativa che "funge da antenna" per prevenire le situazioni di bisogno. Si tratta quindi di avviare nuove modalità di cura e intervento che rientrano nel contesto del “welfare di comunità“. Una sfida, sostiene la Bicocca, "che tutti i territori debbono affrontare e per cui è opportunoi mettere a sistema il già ricco patrimonio di risorse econommiche, organizzative e umane che possiedono".

Nel dettaglio, lo studio rileva come la provincia destini ai disabili risorse più diffuse rispetto alle medie italiana e lombarda. Al contrario accade con famiglia e minori, con Monza che però su questo fronte è in prima linea. Spesa minore rispetto alla media regionale sugli anziani, con l’eccezione dell’ambito di Seregno, che qui eccelle, spendendo più degli altri.

E poi c’è il disagio giovanile, con le punte estreme delle babygang e il problema della disoccupazione under 25, che in Brianza è più alta rispetto alla media regionale: 21,5% contro il 16,4% della Lombardia.

Matteo Colleoni, professore di Sociologia dell’ambiente e del territorio dell’Università Bicocca, non ha dubbi: di fronte alle recenti emergenze "è necessario creare una nuova offerta di servizi". Infatti "la domanda di assistenza oggi non si esprime più come prima, quando il sistema era molto più protetto – continua il professore –. Le agenzie funzionavano bene: la famiglia, il mondo del lavoro, i servizi. Ora tutto sta cambiando e alcuni servizi dovrebbero essere riformati". Un esempio? "Il tema dell’housing non risponde alle emergenze". Occorre "fare lo sforzo di pensare a servizi trasversali perché c’è una grossa quota di esclusi, a partire dai migranti e portatori di nuovi bisogni, che è difficile vedere".

Sul fronte della disoccupazione giovanile, c’è il rovescio della medaglia: "Le aziende non hanno forza lavoro formata, occorre trovare maggiori possibilità di migliorare l’incontro fra domanda e offerta". Una domanda che "dovrebbe essere più formata a livello di scuola secondaria", conclude il professore.