CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Denuncia Cadom: "Sottomesse al compagno"

Analisi senza sconti della presidente Arena: "Solo facendo leva sui giovani si potà cambiare".

Delle 151 donne seguite dal Cadom grazie all’azione delle sue volontarie solo il 27-30% sono straniere

Delle 151 donne seguite dal Cadom grazie all’azione delle sue volontarie solo il 27-30% sono straniere

Delle 151 donne seguite da Cadom (83 nuovi percorsi e 68 che proseguono dagli anni prima), solo il 27-30% sono quelle straniere. "A livello culturale non c’è molta permeabilità - spiega la presidente del Centro aiuto donne maltrattate, Marilena Arena - le diverse culture talvolta impediscono alle donne provenienti da Africa e Sud America di percepire cosa è realmente violenza rispetto a consuetudini consolidate di secoli di sottomissione". E a vincere è il patriarcato.

Il Cadom ha una squadra di 10 volontarie formate che incontrano gli studenti di medie e superiori per spiegare loro quali possono essere le avvisaglie di una violenza incombente. Solo facendo leva sulle giovani generazioni si potrà cambiare qualcosa. "Il lavoro dei centri antiviolenza è su scala ridotta - continua - dovrebbe essere raccolto e supportato da Comuni e forze dell’ordine: noi dovremmo poter formare i formatori che poi interloquiscono con docenti e studenti. Solo così si potrebbe fare una diffusione a tappeto. Si dovrebbe partire dalla scuola dell’infanzia".

Nelle scuole le volontarie hanno formato un centinaio di insegnanti che poi a loro volta parlano con i ragazzi e fanno filtrare le informazioni nei percorsi di educazione all’affettività già in essere nelle scuole, rafforzandone l’impatto, sensibilizzando i ragazzi sul fenomeno della violenza di genere; promuovendo la cultura del rispetto, dell’inclusione e della parità e fornendo competenze per riconoscere e affrontare situazioni di discriminazione a scuola o in famiglia. "Per le nostre volontarie - continua la presidente - è stato molto difficile convincere cento docenti a partecipare ai nostri corsi. Ci vorrebbe il supporto delle istituzioni, per un’azione più massiccia".

Nelle scuole le volontarie incontrano tanti studenti e studentesse di origine straniera che portano a casa il messaggio della non violenza e del rispetto fra le difficoltà linguistiche e culturali che spesso impediscono di uscire allo scoperto. I primi accessi al Cadom sono oltre 306 all’anno, ma solo il 50% continua il percorso e solo pochissime donne straniere. Oltre alla violenza fisica (54%), psicologica (94%), la violenza economica pesa per il 40%. "Il tema del lavoro - è il contributo di sorella Patrizia Pirioni, responsabile educativa della comunità per mamme e bambini di Mamma Rita - è ancora scottante. Le giovani mamme che arrivano da noi cercano di rendersi autonome, ma spesso i partner e le famiglie d’origine non accolgono la loro necessità: lì si gioca l’incontro/scontro tra la cultura italiana ed europea e quella dei paesi d’origine, anche se le ragazze straniere hanno spesso risultati eccellenti nello studio".

Cristina Bertolini