
La sua “nerazzurritudine” raggiunge livelli siderali. Dario Radaelli (nella foto), classe 1952, è abbonato all’Inter dal 1982. Per il tifoso di...
La sua “nerazzurritudine” raggiunge livelli siderali. Dario Radaelli (nella foto), classe 1952, è abbonato all’Inter dal 1982.
Per il tifoso di Villasanta, inoltre, ogni sfida esterna della sua beneamata è un’occasione per organizzare una bella trasferta. Si era pure attrezzato per gustarsi in diretta la finale di Coppa Italia.
Aveva prenotato tutto. Peccato, però, che l’Inter all’atto conclusivo della manifestazione non sia approdata. Il trofeo tricolore, conteso da Bologna e Milan, è stato infine conquistato dalla squadra emiliana.
"A Roma – precisa Dario – sono andato, ma la partita non l’ho vista. Mia moglie Vittoria è milanista. Ma tu pensa se i rossoneri avessero vinto la Coppa". Ma per fermare Dario, uno che vide il primo incontro a San Siro il 25 marzo 1962, ci sarebbe voluto ben più di una finale nostrana mancata. Logico, quindi, che il fedelissimo brianzolo sia partito carico di speranze, purtroppo andate deluse, anche per la ben più importante finale di Champions League. Dario, dopo aver recuperato due sudati biglietti, ha coinvolto nell’avventura l’amico Mario Giannarelli, titolare di un ristorante in Emilia Romagna. L’appuntamento era alla stazione di Reggio Emilia. Qui Mario ha recuperato il socio brianzolo e in macchina ha puntato verso la Baviera.
"Alle 16.20 – aggiunge Dario Radaelli – eravamo a Monaco. Dopo la sconfitta siamo ripartiti subito. A Reggio Emilia ho ripreso il treno. La mattina alle 8 ero in stazione a Monza. Poco dopo ero a Villasanta. Poi sono andato al bar. I milanisti e gli juventini erano là in agguato ad aspettarmi".
Gianni Gresio