MARCO GALVANI
Cronaca

'La danza è per tutti'. A Monza corso di ballo in carrozzina / VIDEO

Ogni sabato mattina nella palestra al piano terra del centro sportivo su iniziativa della Fondazione Tavecchio

Ballo paralimpico

Monza, 10 novembre 2019 - La danza, diceva il poeta francese Paul Valery, concede la sensazione estrema del possibile. E "a noi che siamo su una sedia a rotelle e che tutto sembra difficile, il ballo dà leggerezza, divertimento, ma soprattutto libertà". Fabio Antonio Campagnolo è in carrozzina da 23 anni dopo un incidente in moto. Non ha mai mollato. Nemmeno nei momenti peggiori.

"Senza sacrifici non c’è gusto, la vita di tutti, in fondo, è sacrificio. Cadi, ma poi ti rialzi. E sai quante volte sono caduto?". Nella vita e pure sul parquet ad allenarsi per provare le impennate, le piroette, le evoluzioni con la carrozzina. I passi di danza. Sono quasi tre anni che Fabio frequenta un corso di ballo paralimpico. Il suo maestro è un ex ballerino internazionale, Andrea Guerrazzi, che ora ha deciso di avvicinare più ragazzi possibile a questo sport che ancora in Italia è poco diffuso e pochi riescono ad arrivare ad alti livelli di preparazione per partecipare ai campionati sia italiani sia internazionali. Ma "il corso di ballo diventa soprattutto l’occasione per tornare a esprimere la voglia di movimento", l’impegno di Andrea. Il suo primo compito è di trasmettere passione e voglia di (ri)mettersi in gioco. Lui e Fabio arrivano da Varese. Ogni sabato mattina sono a Monza, nella palestra al piano terra del centro sportivo Nei, per contribuire a far crescere il progetto "La danza è per tutti" della Fondazione Alessio Tavecchio. "Insieme all’associazione sportiva Il Salto, all’associazione Silvia Tremolada e a Social Time onlus abbiamo partecipato al bando Oso (Ogni sport oltre) della Fondazione Vodafone ottenendo un contributo di 50mila euro – l’orgoglio di Alessio Tavecchio -. Fondi che ci hanno permesso di far partire un corso di ballo paralimpico e uno di therapy dance per ragazzi con disabilità cognitiva, e ci consentiranno di affrontare le spese per acquistare le carrozzine per ballare, i costumi e l’affitto della palestra". Per il momento gli iscritti sono cinque. "Dobbiamo aiutare chi è in carrozzina a ritrovare la voglia di uscire, di divertirsi, relazionarsi con gli altri - continua Alessio -. Per questo andremo a parlare di questo progetto in tutti i centri diurni". "Dobbiamo diffondere il più possibile la conoscenza di questa opportunità - conferma Beatrice Di Virgilio della onlus Social Time -. Lo faremo anche organizzando dei mini eventi e ci piacerebbe allestire uno spettacolo aperto a tutti". Per riaccendere la voglia di fare. 

"Per tornare a essere una persona che si muove". Questo ha trovato nel corso di ballo Giovanna: "Ora sto conoscendo la vera Giovanna, quella che avevo perso con l’incidente. Perché la vita non è distrutta, è soltanto diversa". E quando ti rendi conto che puoi ballare anche se sei seduto su una sedia a rotelle, che puoi "scatenarti in pista e fare uscire il Tony Manero che c’è in te", che puoi tornare a ballare con tua moglie, il tuo fidanzato o tuo padre, scopri che "danzare è riempire un vuoto" e che in quella "gabbia" puoi imparare a volare. Lo sa bene Nicola, ex ballerino di danza classica che dopo un incidente è finito su una carrozzina. E ne è perfettamente consapevole pure Fabio, che già con la musica ha sempre avuto a che fare: "Suono la tromba da quando facevo la terza elementare, e quando suono mi estraneo da tutto. Ora col ballo ascolto, mi muovo, conosco nuovi amici". Lui è un atleta. Ha fatto competizioni di nuoto, tennis tavolo e gare di handbike. Fino a quando un giorno, in vacanza, un animatore del villaggio mi ha coinvolto in una serie di balli. Da lì è nata la passione. Che, oltretutto, mi sta dando una nuova prospettiva: da quando la mia ditta ha chiuso non ho più un lavoro, mi sto impegnando per diventare il primo allenatore in carrozzina di ballo paralimpico in Italia. Potrebbe essere l’occasione per ricominciare".