FABIO LUONGO
Cronaca

Dalla Brianza al Cile. L’esploratore e l’ultimo mistero delle mummie

La spedizione in Sudamerica dello studioso Alberto Caspani "I reperti furono rinvenuti da un biassonese, ecco le prove".

Dalla Brianza al Cile. L’esploratore e l’ultimo mistero delle mummie

La spedizione in Sudamerica dello studioso Alberto Caspani "I reperti furono rinvenuti da un biassonese, ecco le prove".

Finora la loro scoperta era stata attribuita a un archeologo tedesco, Max Uhle. E invece, dietro al ritrovamento delle preziose mummie Chinchorro, considerate le più antiche al mondo e dichiarate dal 2021 Partimonio dell’Umanità dall’Unesco, ci potrebbe essere un brianzolo, l’esploratore e naturalista ottocentesco Gaetano Osculati. L’importante scoperta, che ora sarà approfondita con ulteriori studi, è frutto del lavoro di un altro brianzolo, il biassonese Alberto Caspani (al centro nella foto), scrittore e reporter di viaggio. L’annuncio di questa nuova ipotesi, che si basa sulle descrizioni contenute in un testo dell’esploratore originario di San Giorgio al Lambro, frazione di Biassono, e su approfondimenti condotti direttamente in Cile, è il frutto dell’ultima missione compiuta da Caspani in Sudamerica, conclusasi a metà di questo mese. Caspani è partito dalla riscoperta e rilettura delle “Note di viaggio di Gaetano Osculati nell’America Meridionale negli anni 1834, 1835 e 1836“. Sulla base di quelle informazioni e di altre arrivate dal Sudamerica, ha impostato, col supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago e del Console onorario di Arica, una spedizione di ricerca fra Cile, Bolivia e Perù, dove si era sviluppata l’antichissima cultura Chinchorro. Obiettivo, ricostruire le tracce dell’attività di Osculati nel Cile del nord, dove nel 1836 realizzò i primi scavi archeologici sul lido Huaca di Arica, portando alla luce alcune mummie "ad oggi sconosciute – sottolinea Caspani – sia alla locale università di Tarapaca sia al Museo di San Miguel de Azapa, il più importante sito di conservazione e studio della misteriosa cultura Chinchorro". La cosa riaprirebbe la storia in questo campo archeologico: Osculati avrebbe scoperto le mummie Chinchorro ben prima delle ricognizioni ufficiali.

"Dopo aver recuperato per intero il testo originale delle “Note di viaggio“ di Osculati, alcuni dettagli della descrizione degli scavi mi hanno spinto a rimettere in discussione la ricostruzione ufficiale della scoperta delle mummie, attribuita all’archeologo tedesco Max Uhle quasi un secolo più tardi, fra il 1914 e il 1917", racconta Caspani, che già ha curato la riedizione, 6 anni fa, dell’opera “Viaggio in Amazzonia“ di Osculati. "Grazie alla segnalazione che mi è arrivata lo scorso autunno da una ricercatrice cilena della Pontificia Università Cattolica di Valparaiso, Andrea Hermans Zuniga – spiega il reporter biassonese –, è emerso che l’esploratore brianzolo venne nominato direttore del Museo di Storia Naturale di Santiago nel 1846, in virtù dei suoi precedenti studi in Sudamerica. Essendo però in procinto di partire proprio quell’anno per il viaggio che lo avrebbe portato alla scoperta delle fonti del Rio Napo in Amazzonia, Osculati non ebbe modo di sapere del nuovo incarico".

E qui si apre quello che oggi è diventato un mistero. "Lo stesso incarico – continua Caspani – venne offerto nel 1911 al tedesco Uhle, che per 4 anni ebbe modo di studiare reperti e fonti legate al museo di Santiago, città in cui Osculati si era trattenuto per 5 mesi, e che si risolse a scavare ad Arica: con gran clamore internazionale, sulla spiaggia in prossimità del Morro, il rilievo a strapiombo simbolo della città al confine col Perù, chiamato “Moro“ da Osculati, furono identificate le prime mummie Chinchorro, reperti risalenti a quasi 8mila anni fa". "La testimonianza dell’esploratore italiano è un contributo tanto inaspettato quanto illuminante – ha commentato la curatrice del Museo di San Miguel de Azapa, in Cile, Mariela Santos Varela –, perché spinge il nostro sguardo ancor più in profondità nella storia della scoperta delle mummie Chinchorro, ma al tempo stesso ne problematizza la ricostruzione: i reperti riesumati da Osculati paiono più tardi del periodo classico di manipolazione dei corpi, ma sia il luogo del ritrovamento descritto sia i corredi delle mummie elencati lasciano supporre una continuità culturale sino ad oggi esclusa".

I ritrovamenti fatti da Osculati potrebbero riguardare "quell’anello di giunzione fra la tarda cultura Chinchorro e il periodo proto-Tiwanaku, in virtù del quale gli studi odierni stanno riscrivendo le origini dell’uomo nel continente sudamericano", evidenzia Caspani. "Supporteremo le istituzioni cilene nello studio delle “Note“ di Osculati – ha detto il console onorario italiano di Arica, Antonio Marcelo Martino Quezada –, ma faremo in modo di promuoverne la lettura anche nella Casa degli Italiani di Arica e di Tacna in Perù, dal momento che gettano nuova luce pure sul processo migratorio italiano in quest’area del Sudamerica. È entusiasmante aver scoperto negli archivi locali un intero filone di emigranti Osculati, approdati sulle coste peruviane e cilene solo alcuni anni dopo la visita dell’esploratore, provenienti dalle sue stesse zone in Italia".