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Dal risotto al vino per Putin L’ex premier a tavola

In Brianza tanti aneddoti, dai pranzi alla Canonica al gelato in centro a Monza. Gusti semplici e legati al territorio, la pizza fatta arrivare dall’Enosteria Lipen.

Dal risotto al vino per Putin L’ex premier a tavola

di Dario Crippa

MONZA

Il risottino a Triuggio, il gelato in centro Monza, l’aletta di vitello con una vena di grasso come la faceva la mamma, ordinata dal suo storico macellaio a Monza. Silvio Berlusconi era un milanese doc, ma da quasi mezzo secolo aveva scelto la Brianza per vivere. E in Brianza, appena poteva, mangiava. C’è anche un altro personaggio oltre all’imprenditore e al politico. Ed è quello conviviale. Si potrebbe scriverci un libro per raccontarlo: “A tavola con Silvio”. E il rapporto con il cibo di Berlusconi torna in molti racconti. Dal gelato preso con la “sua” Marta Fascina in via Carlo Alberto sotto l’Arengario, alla Gelateria La Romana (gusto preferito “Crema dal 1947”, con vaniglia e scorza di limone), alle tavolate con la famiglia al ristorante storico Fossati a Canonica di Triuggio, "dove amava - fanno sapere - i sapori del territorio e dove non mancava mai di ordinare classici brianzoli come il risotto giallo con la cotoletta, i formaggini di Montevecchia, la polenta". Fino alla pluripremiata pizzeria Lipen di Corrado Scaglione, poco distante, dove le figlie ordinavano da asporto (anche per Silvio) quando avevano voglia di una pizza. E in centro Monza il ristorante Il Moro dei Fratelli Butticé, che tante volte lo avevano accolto con la loro cucina a cavallo tra tradizione siciliana e lombarda. "Non era la prima volta che servivamo il presidente - hanno fatto sapere -, c’era stato un primo incontro in Sardegna, all‘Obló di Poltu, e poi un altro quando ancora avevamo il Noble, ma l’ultimo, quel 26 aprile del 2022 è stato particolarmente emozionante".

"Ci hanno chiesto un tavolo all‘ultimo, il pomeriggio stesso, nonostante fossimo già pieni. La sera poi, la sorpresa e il suo ingresso. I complimenti per il design del nostro ristorante e per i quadri alle nostre pareti, ma soprattutto per i nostri piatti. Per il nostro risotto con le sarde, che scelse di ordinare personalmente dal menù per vedere come i siciliani fanno il risotto". E i paccheri con pistacchio e gamberi e gli spaghetti con ricci di mare, "che assaggiò dai suoi ospiti, e il cannolo, di cui rimase entusiasta. Poi la foto insieme e le strette di mano con tutto il nostro staff di cucina. Una persona di gran garbo e gentilezza". Mangiare bene, bere meglio. Per sé e per gli amici. Come quando, mentre era presidente del Consiglio, ordinò a Meregalli, leader mondiale nella distribuzione di vini, 12 bottiglie di Chateau Lafitte da mandare a un collega speciale: Vladimir Putin.