Dal parco allo stadio, Monza sogna il rock

L’autodromo rilancia l’area dei concertoni della Gerascia, mentre torna in auge anche il Brianteo adeguato alla capienza della serie B

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di Marco Galvani

Monza e i sogni di rock’n’roll. Tra Parco e stadio. Passando anche per il teatro Manzoni. Il piano ‘musicale’ di Monza è ancora in scaletta. A partire dall’autodromo che, allentata la pressione dell’emergenza sanitaria, negli ultimi mesi ha registrato "una disponibilità delle istituzioni a discutere l’utilizzo della Gerascia (gli 8 ettari di prato alle spalle della tribuna della parabolica, ndr) per eventi, previa strutturazione di un programma di tutela del verde con i nostri tecnici agronomi".

I vertici del circuito della Formula Uno stanno infatti cercando "un possibile partner che possa progettare insieme a noi un calendario di eventi musicali sul medio-lungo periodo, coinvolgendo come aree non soltanto il prato della Gerascia, ma anche i due paddock". Come era stato nel Duemila per il Monza Rock Festival. E già allora la società organizzatrice si impegnò – in cambio del via libera all’evento – a piantumare un centinaio di alberi di alto fusto nel Parco. L’idea della Sias (la società di Aci che gestisce l’autodromo) è di "far nascere una nuova linea di business dedicata all’intrattenimento musicale per raggiungere un target di pubblico più giovane rispetto alla nostra clientela media". Missione possibile. Del resto anche in anni recenti l’autodromo e la città sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nelle attenzioni delle grandi major. Prima il Brianza Rock Festival, poi il Gods of metal e ancora Manu Chao, Tomorrowland (la Woodstock della musica elettronica), il doppio Ligabue nel 2016 fino agli I-days del 2017 con una scaletta da capogiro fra Radiohead, Green Day, Linkin Park, Blink 182 e Justin Bieber. Da lì il sogno (sostenuto anche dalla Regione) di trasformare la Gerascia nella più importante area concerti d’Italia. Nell’attesa, però, i paletti e i costi eccessivi rispetto ad altre location (da San Sito alla fiera di Rho) hanno allontanato gli interessi degli organizzatori. E Monza è uscita dalle scalette dei tour. Oggi, però, si aprono nuove prospettive. Nel Parco, all’interno dei confini del circuito, ma anche in città. Guardando all’esempio di un passato glorioso allo stadio Brianteo. Che fino a pochi anni fa, prima che il Calcio Monza venisse acquistato dalla Fininvest, aveva una capienza ridotta a poche migliaia di spettatori con interi settori off-limits. Il nuovo corso ha portato investimenti per circa 9 milioni e "uno stadio che ora può essere di nuovo aperto ai grandi concerti", auspica l’assessore alla Cultura Massimiliano Longo. In fondo il Brianteo lo ha fatto (a tratti) per vent’anni: il 6 e il 7 luglio del 1992 Michael Jackson arrivò con il suo Dangerous World Tour portando 50mila spettatori a serata, tre giorni dopo lo stadio accolse Elton John ed Eric Clapton, il 22 giugno del 1994 il live con Pino Daniele, Jovanotti ed Eros Ramazzotti, nel luglio del Duemila il concerto di Ligabue e nel 2002 le “Prove di volo“ con Renato Zero.

E ancora tre edizioni del Gods of Metal, Jamiroquai con i Planet Funk in occasione del Gran premio di Formula Uno del 2011, Grignani, Battiato, Massimo Ranieri ed Elio e le Storie Tese.