Dal Papa a Radetzky. La Bolla di Leone X e la grazia ad Appiani

Tra le chicche i giornali sull’assassinio di Umberto I

Dal Papa a Radetzky. La Bolla di Leone X e la grazia ad Appiani

In oltre seimila fascicoli sono testimoniati quasi 900 anni di vita cittadina Una miniera di informazioni dal Medioevo fino al 1977

Consultare l’Archivio storico comunale di Monza significa fare un viaggio nel vivo della storia della città. Al punto da emozionarsi. In quegli oltre seimila fascicoli che raccontano quasi 900 anni di vita cittadina, sono impresse le impronte di chi ha fatto di Monza la città che oggi conosciamo.

A iniziare dal suo amato compatrono, San Gerardo, fondatore dell’ospedale pubblico che oggi porta il suo nome.

Il documento più antico contenuto nell’archivio è infatti la “Carta conventionis“ del 1174, di fatto l’atto di nascita dell’ospedale San Gerardo, contenente le convenzioni tra Oberto, arciprete della chiesa di San Giovanni Battista, Gerardo Tintore, frate converso e futuro santo protettore monzese, fondatore dell’ospedale dei poveri, Arderico Fidelis e Arnaldo Lanterius, consoli di Monza, sull’elezione dei sei decani e del ministro dell’ospedale e sul censo da versare alla chiesa di San Giovanni Battista. Ma la sede archivistica è in assoluto una miniera di informazioni sulla storia della città dal XII secolo al 1977. Tra i documenti importanti di epoca rinascimentale si annovera la Bolla papale di Leone X del 1520 che decreta l’istituzione della scuola e dell’ospedale di Santa Marta.

Il primo indice dell’archivio di Monza, invece, è l’“Indice per l’Archivio della Mag.ca Comtà dell’insigne terra di Monza“, compilato nel 1711 da Giovanni Tommaso Besozzi, notaio di Milano e archivista.

Ma sono tanti i fascicoli che raccontano un pezzo di storia, sia grande che piccola, del capoluogo brianzolo: ad esempio la notificazione dell’Imperiale Regio Governo di Milano, firmata dal conte di Saurau, del 1816, che attribuisce al Comune di Monza il titolo di Città, accordandole una Congregazione municipale sotto la direzione del cancelliere del Censo. E poi la lettera del 6 luglio 1849 con cui il feldmaresciallo Radetzky concede al fuggitivo Paolo Appiani la grazia per rientrare in città; gli avvisi pubblici della repressione austriaca nella Monza protagonista del Risorgimento; o il proclama ai monzesi del comandante del V reggimento degli alpini, colonnello Cocito, nel maggio del 1898, in occasione dei moti di Milano o, ancora, la lettera del sindaco Leo Sorteni del 31 dicembre 1947 con cui annunciava ai cittadini l’entrata in vigore della Costituzione.

Di grande valenza storica e documentale poi sono le testate dei giornali che nel 1900 annunciarono l’assassinio di Re Umberto I, avvenuto proprio a Monza.

Oltre alla documentazione storica sono presenti anche carte di artisti, documenti di benefattori e documentazione del Parco di Monza, più la ricca fototeca artistica.

Un patrimonio enorme che Caeb dal 2006 si impegna a far conoscere agli studenti delle scuole monzesi attraverso il concorso letterario “I documenti raccontano“, per cui gli alunni, prendendo spunto da alcuni documenti selezionati dagli archivisti, devono creare storie di fantasia che facciano rivivere personaggi ed epoche.

I documenti dell’Archivio sono contenuti in fascicoli numerati, di facile consultazione grazie al portale web che mette a disposizione una completa indicizzazione delle informazioni. Per i meno pratici, è possibile affidarsi all’archivista che è in grado di indirizzare le ricerche anche tramite mail.

A.S.