Dal dolore un atto d’amore per tutti i bambini

La sfida di papà Giovanni Verga in nome di Maria Letizia: dare una speranza ai malati di leucemia. La loro storia nel calendario del “Giorno“

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di Marco Galvani

Nel 1979 Maria Letizia ha solo 4 anni. Si ammala di una grave forma di leucemia che non le concede un futuro.

È in quel momento che inizia una storia di cuore, sacrifici, ostinazione. Anche dolore.

Il papà di Maria Letizia, Giovanni, decide di fondare un Comitato per aiutare le famiglie e i piccoli pazienti a scalare la montagna della malattia.

Da oltre 40 anni. Fin da quando "non esisteva l’idea che la leucemia infantile potesse essere curata".

Eppure oggi, grazie all’ostinazione dei sogni, alla forza dei ricordi e all’impegno continuo e crescente nella ricerca, "siamo arrivati al traguardo di oltre l’85% dei bambini guariti".

Il Comitato porta il nome di Maria Letizia. In suo nome e in quello di tutti i bambini e i ragazzi che non ce l’hanno fatta, il Comitato ha fatto della lotta alle leucemie infantili una missione di vita.

Realizzando miracoli dal nulla. Sostenendo la ricerca investendo oltre 700mila euro ogni anno per dare ai piccoli pazienti le cure migliori al mondo al San Gerardo di Monza, costruendo una cascina - proprio davanti all’ospedale - che ogni anno accoglie 50 famiglie dei bimbi malati che devono trascorrere lunghi mesi lontano da casa per le cure, e realizzando un centro di eccellenza nella cura.

È il Centro delle leucemia che "è l’unica risposta seria che possiamo dare ai genitori dei nostri piccoli pazienti", l’orgoglio di Giovanni Verga.

Un progetto nato in due anni dove non c’era nulla, con prestiti bancari e soprattutto con l’aiuto di un piccolo esercito di donatori, famiglie ma anche sportivi, imprese, associazioni e fondazioni.

Aperto nel 2015, si sviluppa su 4 piani per 8.400 metri quadrati, ospita anche i laboratori di ricerca Tettamanti, ma adesso che l’ospedale San Gerardo è diventato Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico proprio con una vocazione pediatrica, l’obiettivo è di alzare ancora di più l’asticella.

Ampliare ancora quel sogno, ingrandendo gli spazi per la cura e la ricerca. Perché "chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna". Per risalire. E vincere anche quella vertigine che ti assale togliendoti il fiato quando i medici ti dicono che devi affrontare la malattia.

La diagnosi, il mese e mezzo di ricovero, altri sei mesi avanti e indietro per la chemio. La vita di bambini e ragazzi che rallenta. A volte fino quasi a fermarsi. Ecco, allora, che per ripartire servirebbero più sognatori come Giovanni Verga e il suo esercito del bene.

"Alcuni li chiamano protagonisti del terzo settore, altri angeli custodi, altri ancora eroi metropolitani. Sono tutte queste cose, e sono ancora di più – le parole della direttrice di Qn, La Nazione, il Resto del Carlino e Il Giorno, Agnese Pini –. Sono persone che hanno il coraggio e la forza di mettersi in gioco e di donare agli altri un po’ del loro tempo, un po’ della loro intelligenza, un po’ del loro amore. Persone che, operando insieme, rendono più semplice e più vera la vita di ciascuno di noi. Vogliamo conoscerli meglio. Lo facciamo tutti i giorni rendendoli protagonisti delle pagine dei giornali del gruppo Monrif, lo facciamo con i video e le foto e gli articoli che pubblichiamo sui nostri siti, e lo facciamo grazie alle testimonianze che diffondiamo grazie ai nostri social".

Quest’anno anche con un calendario. Dodici mesi dedicati al Comitato Maria Letizia Verga e al mondo del volontariato che “Il Giorno“ regalerà ai suoi lettori la vigilia di Natale, abbinato al quotidiano in edicola.

Sabato, dunque, acquistando il giornale, si riceverà in omaggio una copia del calendario 2023, realizzato anche grazie a al sostegno di Torri Bianche, De Felice, Trattamenti Ecologici, Labor e Lazzari.

Uomini e imprese che credono nell’ostinazione dei sogni.