Dai tessuti preziosi all’abbandono L’ex Gavazzi dice addio al degrado

È partita la riqualificazione dell’ex Tettoia, la maxi struttura rimasta a testimonianza della storica fabbrica. Per oltre un secolo è stata una delle più importanti manifatture seriche in Italia, oggi è a rischio di crollo.

Dai tessuti preziosi all’abbandono  L’ex Gavazzi dice addio al degrado

Dai tessuti preziosi all’abbandono L’ex Gavazzi dice addio al degrado

di Alessandro Crisafulli

Sono partiti i tanto attesi e discussi lavoro di riqualificazione dell’ex Tettoia Gavazzi, la maxi struttura rimasta a testimonianza della storica fabbrica desiana che da parecchi anni è pericolante, nel cuore della città, a poche decine di metri dal municipio. Un investimento di 900mila euro, per il quale il Comune ha ottenuto un finanziamento regionale di mezzo milione.

Si tratta di un intervento di rigenerazione urbana attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione dell’immobile di proprietà comunale, ultima testimonianza del complesso industriale della Tessitura meccanica di seta dei fratelli Egidio e Pio Gavazzi, sorto nel 1869 e, per oltre un secolo, reputato tra le più importanti manifatture seriche in Italia.

Il primo lotto prevede il consolidamento strutturale dell’immobile di via Carducci. "Abbiamo sempre creduto che l’edificio meritasse una riqualificazione, che si traduce nell’adozione di politiche di rivitalizzazione economica e sociale, volte a coniugare cultura e commercio, anche attraverso gli utilizzi temporanei – dichiara il sindaco Simone Gargiulo – l’immobile si trova infatti in una posizione strategica per avviare il ripristino di un comparto attualmente degradato, ma potenzialmente capace di creare nuove relazioni urbane, riconnettendo porzioni di città attualmente disconnesse". "Finalmente parte la riqualificazione di un pezzo importante della storia di Desio. Per anni abbiamo visto la tettoia Gavazzi in malora e transennata. Con questi lavori possiamo ridare lustro non solo all’edificio, ma anche all’intera zona", aggiunge l’assessora ai Lavori Pubblici e Patrimonio Martina Cambiaghi: "I lavori dovrebbero terminare indicativamente in autunno. L’amministrazione procederà con un primo intervento di messa in sicurezza del manufatto dichiarato di interesse storico, accollandosi la spesa per i lavori di consolidamento strutturale e lasciando all’operatore privato, da individuare con successiva procedura a evidenza pubblica, le opere di rifunzionalizzazione". L’immobile ha una superficie di 400 metri quadrati ed è inserito in un’ampia area verde pubblica di circa 1.200 metri. La struttura ha pianta rettangolare è costituita da 14 file di pilastri sovrastati da capriate lignee. Il fabbricatoè un manufatto di archeologia industriale, testimonianza della identità e della storia sociale della città e gli interventi edilizi di adeguamento funzionale e impiantistico devono essere sottoposti al benestare della Soprintendenza.