GABRIELE BASSANI
Cronaca

La Brianza del fare, dai nonni ai nipoti: nel 1915 “Il Respiro” prometteva aria buona ai signori di Milano

Dell’attività di ristorazione a Mombello è rimasta l’edicola-ricevitoria. Alberto e Laura Pessina sono i custodi della memoria del territorio.

Alberto Pessina e la sorella Laura La loro attività è certificata dal 1915 ma alcuni documenti risalgono al 1879

Alberto Pessina e la sorella Laura La loro attività è certificata dal 1915 ma alcuni documenti risalgono al 1879

Limbiate (Monza e Brianza) – Hanno appena ricevuto il riconoscimento di “Attività storica“ della Lombardia e l’anno prossimo taglieranno il traguardo dei 110 anni di apertura. Ma nell’archivio personale di Alberto Pessina, attuale titolare, insieme alla sorella Laura, della ricevitoria edicola “Il Respiro“ di Limbiate, ci sono documenti che risalgono al 1879, come ha fatto scrivere sull’insegna del negozio.

Accanto c’era il bar ristorante gestito dal cugino Giuseppe, che ha chiuso lo scorso mese di marzo: all’inizio era un’unica attività, aperta dai rispettivi nonni, Agostino e Giuseppe nel 1915 appunto, e che scelsero quel nome suggestivo “Il Respiro“ perché all’epoca questa era una località turistica, dove i signori di Milano venivano a respirare l’aria buona. Il negozio si trova proprio di fronte all’ingresso principale dell’ex manicomio di Mombello e gran parte della sua storia è legata a doppio filo a quella della struttura sanitaria, che arrivò ad ospitare fino a tremila pazienti e con medici, infermieri, assistenti, manutentori, artigiani dei laboratori interni era una città nella città, con un viavai continuo.

"Oggi è tutto abbandonato, tutto lasciato andare, si sentono dire tante parole sul futuro di quest’area ma non si vede niente", dice sconsolato Alberto Pessina, che in questo posto ci è cresciuto, dopo essere nato a Milano, quando papà Nando, che era funzionario di banca, si trasferì qui per portare avanti la bottega di famiglia.

"Mio padre da buon imprenditore aveva saputo adattarsi alle richieste del mercato e qui prese anche le licenze per una merceria, un negozio di tessuti e maglieria intima: seppe fornire il corredo di dote per il matrimonio a centinaia di infermiere che lavoravano all’Antonini, poi fu la volta della cartoleria, poi nel 1988 la licenza del Lotto", racconta Alberto, che conserva anche le cartoline d’epoca che mostrano la bellezza di quest’area, a partire anche dal maestoso ingresso dell’ospedale psichiatrico con una lunghissima cancellata in ferro battuto, al posto di quell’orribile casupola con funzione di portineria che ne prese il posto forse negli anni Ottanta.

Poi c’era il tram, che qui aveva proprio il suo capolinea: "Ma all’inizio andava in senso opposto, scendeva verso l’area boschiva costeggiando il muro dell’Antonini", racconta Alberto, documentando il ricordo con le cartoline d’epoca. "Ricordo ancora tra gli anni Settanta e Novanta che il tram ci portava le copie dei quotidiani del pomeriggio, “La Notte“ e il “Corriere d’Informazione“: partiva da Milano con i pacchi per tutte le rivendite che trovava sul percorso: quando arrivava suonava la campanella e io attraversavo la strada per andare a prendere le copie".

Ora non c’è più nemmeno il tram. Oggi la ricevitoria edicola dei fratelli Pessina è rimasto come ultimo baluardo a difesa dello storico quartiere di Mombello, della sua storia, delle sue tradizioni, della sua voglia di rinascere con progetti nuovi come la Cittadella della salute, il campus universitario, il recupero dell’ex Cral, la valorizzazione del suo gioiello, la Villa Crivelli Pusterla che ospitò Napoleone e le nozze della sorella Paolina. "Ci auguriamo di poter veder tornare questi luoghi alla vitalità di un tempo, e teniamo duro ancora per un po’, pensando ai tanti bei ricordi", concludono i fratelli Pessina.