
Ultimo sforzo per i 6.753 studenti brianzoli
Ultimo sforzo per i 6.753 maturandi brianzoli che in questi giorni stanno affrontando le prove orali. Alla fine il bilancio li vede soddisfatti e, chi più chi meno, tutti consiglierebbero la loro scuola ai ragazzi più piccoli.
Il colloquio orale comincia con l’analisi di un documento, un’immagine o un testo, da valutare al momento e sul quale fare dissertazioni e collegamenti.
Per qualcuno come Sofia Catania del liceo classico Zucchi, la dea bendata della fortuna è stata magnanima: "Mi è capitata un’immagine de “La città che sale“ di Boccioni – racconta Sofia – opera che avevamo studiato durante l’anno. Mi sono venuti abbastanza facili i collegamenti con la distruzione, e perciò la bomba atomica, e poi in filosofia Nietzsche, in latino Orazio, in greco le Troiane e la tragedia della guerra". Esce sollevata Sofia e tira un sospiro di sollievo dopo l’ultima interrogazione delle superiori.
È già proiettata verso la facoltà di Medicina al San Raffaele, "ma decisamente – racconta – lo Zucchi mi ha dato un metodo efficace nello studio". Un po’ più in salita è stato l’approccio all’orale per Gabriele Villa: "Come documento - racconta – mi è capitata “La banalità del male“ di Hannah Arendt, che non avevamo approfondito, però mi sono difeso. Mi sono preso un po’ di tempo per rileggere la traccia e intanto fare scendere la tensione. Poi ho sviluppato il tema della sofferenza collegato a Leopardi e poi alla Grande Guerra, al Bellum Civile di Lucano e poi al tetrafarmaco di Epicuro e alla terapia genica in scienze".
A chi dice che il liceo classico non lascia spazio per altro, Gabriele obietta che con il giusto metodo di studio si può anche collocarsi in una buona posizione ai Campionati nazionali di fioretto.
Per quelli che ancora devono affrontare l’orale, la professoressa Eleonora Ceriani, insegnante di Italiano all’Hensemberger ricorda ai ragazzi di essere convincenti. "In questi ultimi giorni – dice la professoressa – non cercate di aggiungere contenuti. Meglio esercitarsi a collegare tra loro i contenuti già acquisiti e ripetuti in classe, fare sintesi e puntare sul proprio modo di essere, sottolineando i propri talenti. Dal documento bisogna costruire un discorso e non essere superficiali".
La maturità è il coronamento di un percorso protetto, come fa notare Petronilla Ieracitano: "Usciti dalle superiori, si è soli a costruire il proprio percorso di vita".
Martina Fontana è una dei pochi studenti monzesi ad avere scelto la traccia su Pasolini alla prova di Italiano, agganciandosi poi a Leopardi e Montale. "Sono sempre andata meglio nella traccia A – racconta – perciò mi sono attenuta a quello. Importanti sono i collegamenti". Si prepara ad affrontare la facoltà di Psicologia, forse in Statale, o forse in Bicocca.
Si dice sollevato Nicolò Dassi che prima dell’orale ha saputo tenere a bada l’ansia, orientandosi dal discorso di Roosvelt sulla crisi del ‘29. Per il prossimo anno si prepara al corso di Economia aziendale in Bicocca. "Tra 10 anni? Mi vedo manager aziendale". Cesare Bracciali ha pescato tra le buste dei documenti la riproduzione del quadro “Il viandante sul mare di nebbia“ di Caspar David Friedrich, collegandolo al tema della natura, alla bomba atomica, al miracolo economico e alla bioetica. "Non ero neanche troppo agitato", racconta disinvolto, mentre è già proiettato nel suo futuro a Giurisprudenza e a un futuro da avvocato.
C.B.