BARBARA APICELLA
Cronaca

Da Monza all’Africa, la missione di Simona: "La mia nuova vita per salvare i randagi"

Dopo la laurea e il volontariato all’Enpa di San Damiano il viaggio a Capo Verde che l’ha spinta a trasferirsi definitivamente. Adesso gestisce il canile di Sao Vicente e una clinica veterinaria.

La missione di Simona "La mia nuova vita per salvare i randagi"

Da Monza a Sao Vicente per salvare i cani randagi. Una bella storia di amore per gli animali, e in particolare per i cani più sfortunati, quella che arriva da Capo Verde, arcipelago nell’area nord-occidentale dell’Africa. La protagonista è Simona Valsecchi, 30 anni, laureata in Allevamento e benessere animale all’Università degli studi di Milano. Simona per tre anni ha lavorato all’Enpa di Monza occupandosi del gattile e della sala chirurgica. Poi l’anno scorso la decisione di partire per 2 mesi per Capo Verde e fare volontariato all’associazione Simabo, che si occupa del recupero dei cani randagi. Ma giunta sull’isola è stato amore a prima vista e Simona ha deciso di abbandonare tutto e di trasferirsi a Sao Vicente dove è responsabile del canile.

"Ho sempre amato gli animali – racconta –. Poi però nel 2012 è scattato un vero e proprio amore quando con la mia famiglia ho adottato Lilli, una cagnolina di razza beagle proveniente da Green Hill". Salvare la vita di Lilli destinata alla sperimentazione ha fatto nascere in Simona non solo una particolare sensibilità nei confronti delle associazioni animaliste, ma anche il desiderio di fare qualcosa di concreto. Così che dopo la laurea e l’esperienza all’Enpa di Monza è partita per Capo Verde e lì ha iniziato la sua nuova avventura. Un progetto di recupero dei tantissimi cani randagi che ci sono per le vie del Paese avviato nel 2009 da una coppia di italiani. "Da allora, nel corso degli anni, con mille difficoltà è stato aperto un canile-rifugio che attualmente ospita circa 100 cani e una clinica veterinaria che si occupa dei cani di strada, promuovendo campagne di sterilizzazione". Le giornate di Simona sono senza sosta. Proprio come a Monza, ma questa volta in un Paese lontano e dove, purtroppo, quella del randagismo è una piaga.

"Organizzo campagne di castrazione in giro per l’Isola. La maggior parte dei cani qui vivono per strada, sono randagi, ma nelle zone centrali dell’isola vivono tutto sommato bene, trovano cibo e sono ben tollerati dalla popolazione locale". Sorte ben più triste per i cani che vivono nelle zone rurali: "Lì la situazione è drammatica. Ci sono animali scheletrici, cuccioli in ogni dove e gravi problemi di infestazioni da parassiti". Simona non si ferma. Cerca di salvare più cani possibili e quando può li fa arrivare in Europa donando loro un futuro migliore. "Nel 2022 abbiamo fatto adottare 40 cani nel Vecchio Continente, che rispetto al numero di animali in difficoltà qui non è niente. A questi cani abbiamo veramente salvato la vita: sono cani diversi da quelli che vediamo in Italia, abituati a sopravvivere tutti i giorni per strada, che hanno vissuto e provato le peggiori cose. Quando vengono salvati ti sono riconoscenti tutta la vita. Questo non ha prezzo". L’Italia a Simona manca: "Oltre alle amicizie e alla mia famiglia, mi manca quella sensibilità che contraddistingue molti italiani sul tema del randagismo e degli animali. Temi che qui, per ora, non sono ancora sentiti. Ma dico grazie a questo Paese per quella mentalità di calma e capacità di dare giusto peso a tutte le cose. Senza correre".

Simona ha ancora un grande lavoro da svolgere: "Il mio obiettivo qui, è riuscire a ridurre drasticamente il numero di randagi e garantire un minimo di benessere a tutti quegli animali che ogni giorno cerchiamo di salvare da un triste e doloroso destino. Non è facile ma se non ci fossero persone come noi che ci provano tutti i giorni, per me non avrebbe senso definirmi animalista. Un grazie a tutti i ragazzi capoverdiani che lavorano con me tutti i giorni, che nonostante il poco che hanno fanno del loro meglio per la nostra missione. E, ovviamente, anche un grazie tutti i volontari che arrivano da tutto il mondo per contribuire concretamente alla causa".