
Lavoratori del quartier generale ad Agrate Brianza del colosso dei chip: la St rischia una riduzione netta dell’organico con licenziamenti a catena
AGRATE BRIANZA – “Numeri allarmanti sui tagli di personale: 6% fra Italia e Francia, in tutto dalle 2mila alle 3mila persone”. Fiom sollecita il tavolo a Roma su St: “L’azienda faccia chiarezza”, dice il segretario provinciale Pietro Occhiuto. “I dati circolano anche su organi di stampa internazionali - aggiunge -. Chiediamo ai ministri Adolfo Urso (Imprese) e Giancarlo Giorgetti (Finanze) di intervenire con tempestività”.
“Queste cifre sono una seria minaccia per il tessuto occupazionale del territorio - ancora il sindacalista - abbiamo sollecitato il governo, azionista al 27% con i francesi del colosso del chip con quartier generale ad Agrate, perché ci dia garanzie sui posti di lavoro e sulle strategie future del gruppo”.
I metalmeccanici sono pronti all’azione: “Senza una spiegazione immediata dell’azienda e la convocazione a Roma, siamo pronti a organizzare azioni di lotta a tutela degli oltre 5mila dipendenti del sito brianzolo”. “Se i tagli dell’organico fossero confermati, ci troveremmo di fronte a una grossa incognita per il lavoro e per le prospettive industriali di St”. I problemi si rincorrono da mesi “da quando è stato annunciato un piano di riduzione dei costi che sfiora i 900 milioni in due occasioni. Al Capital Market Day, a novembre, e al coordinamento sindacale europeo, a dicembre. Ora, la nuova doccia fredda”.
A Parigi, il management aveva parlato di “pensionamenti anticipati e parziale blocco del turnover” ma, adesso, in occasione della trimestrale di fine anno i vertici aziendali non hanno fornito alcun dettaglio sulle ricadute occupazionali, limitandosi a dichiarare che ci si avvia verso la “temporanea chiusura di alcune linee produttive in Italia e in Francia”.
Una scelta motivata dal calo delle vendite, l’intervento dovrebbe riequilibrare i conti in attesa di cogliere nuovi segnali di ripresa dal mercato. Ma secondo molti analisti non ci saranno perché potrebbe trattarsi di un cambiamento strutturale. Scenari che “richiedono trasparenza e responsabilità - sottolinea Occhiuto - alla luce degli effetti che potrebbero avere sui lavoratori e sul tessuto sociale”.
Sotto accusa, le previsioni errate che “si riflettono nei conti: quasi 4 miliardi di dollari di ricavi in meno nel 2024”. Un rilievo che nelle scorse ore è stato fatto anche da Enrico Vacca, segretario Fim-Cisl Monza Brianza Lecco.