BARBARA CALDEROLA
Economia

Crisi del chip e voci di tagli: pressing sui vertici St

Sale la preoccupazione dei sindacati per i 5mila addetti del polo brianzolo. “L’azienda dà risposte vaghe, non accetteremo esuberi né riduzioni di salari”

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St di Agrate Brianza

Agrate Brianza (Monza e Brianza) – «Dall’azienda vogliamo chiarezza, non accetteremo esuberi e tagli». Giuseppe Caramanna, coordinatore nazionale Uilm di St, chiede ai vertici della multinazionale certezze «sulla prospettiva occupazionale e produttiva del sito di Agrate e di tutti quelli del Gruppo in Italia». E avvisa il colosso del chip che in città dà lavoro a più di 5mila persone che «verrà respinto sia un taglio indiscriminato dei costi, sia la riduzione dei salari dei lavoratori. Vogliamo – dice – massima trasparenza e condivisione per garantire i posti e il futuro dello stabilimento brianzolo e di tutti gli altri nel Paese. St ha 12mila dipendenti ed è partecipata dallo Stato, ha una grande responsabilità sociale e il Governo deve vigilare. Noi non indietreggeremo».

A far tremare addetti e sindacati sono la crisi del chip e la mancanza di rassicurazioni sollecitate ai manager sul futuro nel corso di un incontro fissato prima che circolassero voci su un ridimensionamento del polo agratese, dal quale «non è emersa una parola definitiva – ricorda Pietro Occhiuto,è della Fiom-Cgil Brianza –. Ai delegati hanno parlato della necessità di una riorganizzazione senza entrare nei dettagli per ora. Hanno rimandato alla presentazione del piano triennale». Da tempo i metalmeccanici denunciano «lo spostamento dell’asse manageriale verso la parte francese» (entrambi i governi sono negli assetti societari in modo paritario). Una situazione che si aggiungerebbe «a un livello di investimenti in ricerca e sviluppo che in Brianza non è più adeguato a competere con la concorrenza».

Al centro del caso, il futuro delle fette di silicio di 200 millimetri «sulle quali temiamo il disimpegno, a vantaggio invece dei 300 millimetri che privilegerebbe gli impianti d’Oltralpe». Timori che la direzione avrebbe smentito confermando che le linee dei 200 milinetri in città sono sempre sature e anche che verranno prolungati i 53 contratti a tempo determinato in scadenza. Ma per Fiom la preoccupazione resta alta. «Le risposte non sono state esaustive – ancora Occhiuto –. La direzione ha sconfessato i 2mila esuberi, ma davanti alle domande incalzanti dei nostri rappresentanti non ha saputo offrire garanzie sull’occupazione ad Agrate. A fine mese abbiamo in programma assemblee con i lavoratori e il 4 dicembre un nuovo confronto con i manager».