
Attilio Maria Navarra
Monza, 10 novembre 2015 - "Non facciamo allarmismi inutili, qui non c’è niente che sta crollando. C’è però un problema di umidità di risalita che riguarda il piano terra di tutte le porzioni della Villa".
Attilio Maria Navarra, presidente di Italiana Costruzioni e amministratore delegato di Nuova Villa Reale Monza, la società che ha gestito il recupero da 24 milioni del corpo centrale, esclude che la crepa aperta nel soffitto della camera della regina Margherita sia una conseguenza dei lavori.
La frattura è tenuta sotto osservazione da un anno, ma in questi mesi si è allargata, tanto da suggerire al Consorzio di gestione della Reggia di liberare la stanza dai preziosi mobili del Maggiolini per precauzione. L’ipotesi che la crepa possa essere una conseguenza dell’intervento di restauro, con la rottura dell’equilibrio precario dell’antica reggia, era stata avanzata nei giorni scorsi dal direttore del Consorzio Lorenzo Lamperti. La Villa infatti poggia su un terreno di origine glaciale, con diverse cavità sotterranee, e le sue diverse parti, soprattutto le ali, si muovono, seppure molto lentamente.
"Abbiamo chiesto un sopralluogo al nostro tecnico strutturista, che ha escluso che questa crepa sia dovuta ai lavori. Stiamo comunque aspettando una relazione che lo metta nero su bianco - sostiene Navarra -. Noi abbiamo realizzato al piano terra del corpo centrale opere di consolidamento importanti, ma ora bisogna pensare a tenere sotto controllo dal punto di vista statico l’ala nord e l’ala sud. La risalita dell’umidità ha creato problemi strutturali sui muri perimetrali del piano terra, tant’è che siamo intervenuti in modo invasivo sui rinforzi. Abbiamo monitorato le due ali con Infrastrutture Lombarde e la crepa è sotto osservazione da quel periodo. Il cedimento c’è, non è un crollo ma non bisogna chiudere gli occhi e bisogna pensare a come intervenire".
Navarra aveva già lanciato l’idea di recuperare l’ala nord col progetto di un resort: "Una proposta andata in fumo e messa sotto attacco dai giornali, tant’è che il gruppo di imprenditori che avevo trovato ha fatto solo due riunioni - rivela -. Ma ci possono essere altre idee, anche se oggi non ho un altro gruppo di imprenditori pronti a intervenire. Quanto alla crepa, è qualcosa che sta fuori dal nostro lotto e che è di competenza della Soprintendenza. Prima di intervenire vanno fatti uno studio e una gara. Siamo a disposizione se qualcuno ci chiama".
Intanto il Comitato per il Parco e l'associazione "la Villa Reale è anche mia" ricordano le questioni più volte sollevate: "Non c'è stata una verifica seria dei lavori di restauro, che rispetto ai tempi standard sono stati effettuati molto in fretta. Ora chiediamo che vengano effettuati controlli seri e che ci sia anche una verifica dei conti", dice Bianca Montrasio, portavoce dei due gruppi, spiegando di avere segnalato da tempo la crepa che attraversa il soffitto della stanza della regina Margherita. "Abbiamo espresso preoccupazione e il Consorzio ha deciso di fare il monitoraggio. Il fatto che fosse sotto controllo ci aveva tranquillizzato, ma ora avere saputo che la frattura va avanti ci preoccupa - spiega Bianca Montrasio -. Quanto sta accadendo è la conferma del fatto che sulla Villa Reale si è intervenuto in modo pesante, mentre per un intervento di questa portata ci sarebbe dovuta essere maggiore attenzione. Invece si è fatto tutto in fretta, cercando di spendere il meno possibile. Ora purtroppo però il danno c’è e tornare indietro adesso diventa difficile. Avevamo segnalato anche l’assenza di passatoie per proteggere i preziosi pavimenti in legno appena restaurati, oltre alla questione della centrale termica a fianco dell’ala nord, con un impatto visivo pesantissimo. Ora temiamo che col passare del tempo escano altre magagne". Senza contare lo stato d’allarme che desta l’ala nord, l’unica a cui non si è ancora messo mano. Proprio qui negli anni Ottanta fu chiusa per rischio crolli la Pinacoteca a causa di una frattura che attraversava il corridoio. "Il problema è a monte - conclude la rappresentante dei comitati -. Avendo scelto un bando nel quale la Reggia è stata spezzettata, ora abbiamo parti restaurate e parti lasciate a se stesse. Si sarebbe certo potuto intervenire su più lotti, come stava facendo la Soprintendenza, ma almeno con un progetto di insieme sull’intera Villa».