"Così salverò il deposito dei tram Basta trasfomarlo in un museo"

Il progetto di un ingegnere pugliese che si è appassionato dei tradizionali veicoli conosciuti a Milano

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di Alessandro Crisafulli

Chi sta cercando in tutti i modi di salvare lo storico patrimonio dell’ex deposito Atm di Desio e i suoi tradizionali veicoli? Un ingegnere pugliese. Che propone di trasformarlo in un museo specializzato. Proprio così: mentre i desiani, mediamente, se ne infischiano e passano oltre, quando incrociano distrattamente la maxi area di 31mila metri quadrati tra il centro e la periferia nord; mentre ATM sembra non avere mai avuto il tema tra le sue priorità; mentre le varie amministrazioni comunali che si sono succedute hanno trattato la questione come un problema forse troppo complesso e oneroso da risolvere, concentrandosi su altro, ecco che ci ha pensato e ci sta pensando Gabriele Dell’Oglio, ingegnere residente a Trani, che per molti anni ha vissuto a Milano, a salvare questo bene, recentemente vincolato dalla Soprintendenza e definito di interesse culturale dal Ministero dei Beni Culturali.

Certo, non può farlo da solo, ma è tra coloro che hanno avviato tutte le principali iniziative in questo senso: ha creato il Comitato Amici del Deposito ATM di Desio, ha candidato la struttura tra i Luoghi del Cuore del FAI, sostenendo la petizione che quest’anno ha raccolto quasi 2mila firme. E ha sostenuto la petizione online di alcuni anni fa, lanciata da un altro appassionato (Stefano Paolini) sul sito specializzato Change.org, che raccolse ben 50mila firme. Come se non bastasse, ha preso gli strumenti da lavoro e ha elaborato una bozza di progetto per trasformare il tutto in un museo, in parte coperto e in parte all’aperto, per salvaguardare, raccontare e tramandare un pezzo di storia dei trasporti milanesi e brianzoli. "Un libro dei sogni", lo ha definito, appena ha pubblicato il disegno sul gruppo Facebook “I tram di Milano”, che gestisce, con oltre 21mila iscritti. Due padiglioni per i tram extraurbani; uno per i tram urbani, uno per i bus e filobus, un ancora per le metropolitane. E poi l’area dell’archivio storico e fotografico, della biglietteria, del bookshop, il bar, gli uffici. E una chicca: il padiglione dei mezzi circolanti, con l’anello di circolazione (ovviamente riqualificato) già presente all’interno del comparto.

"Io ho vissuto a lungo a Milano, in via Padova, e mi sono innamorato dei tram durante una giornata di porte aperte dell’Atm, nel 1989 - racconta Dell’Oglio, che è ingegnere civile -, fu un colpo di fulmine. È una passione che ho mantenuto e coltivato, andando a osservare i mezzi, studiandoli. Ho creato il gruppo su Facebook, che è cresciuto molto. Nel tempo mi è venuta questa idea del museo: inizialmente pensavo che l’area dell’ex Fabbrica del Vapore a Milano potesse essere ideale, ma hanno fatto altre scelte. Così ho puntato su quella di Desio: non ci sono mai stato, ma ho visto diversi video, reportage, ho approfondito e si tratta di un sito molto interessante". Qui, ispirandosi ad altri musei analoghi in Italia e in Europa ("ad esempio il museo nazionale ferroviario di Pietrarsa a Napoli", dice), ha disegnato il "suo museo", che ha lanciato nella discussione e sta già ricevendo grandi riscontri, "adesso cerco finanziatori - dice, tra il serio e il faceto, sapendo che si tratta comunque di una missione molto complessa -, non ho ancora fatto una stima dei costi".

Di certo, secondo lui, potrebbe essere un fiore all’occhiello: "Con l’anello di 600 metri per i mezzi storici che possono ancora circolare, con iniziative con le scuole, con manifestazioni itineranti, come fanno ad esempio a Torino.

Speriamo che proprietà e Comune facciano qualcosa e non lascino questo patrimonio a marcire, in balia del tempo, di vandali e malintenzionati".