ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Coronavirus, tutti i mille dipendenti Nokia lavorano a casa

Da 11 giorni collegati alla rete e ai servizi aziendali con il portatile. "L’orario è flessibile, facciamo riunioni in teleconferenza"

Smart working

Vimercate, 4 marzo 2020 -  Lavorare al tempo del coronavirus. Magari da casa, come avviene nella Brianza valley, zona ad alta concentrazione di multinazionali delle telecomunicazioni, informatica e microelettronica. Tra l’Adda e il Lambro è esploso lo smart working insieme con l’emergenza sanitaria. Il lavoro agile va forte soprattutto tra le Torri Bianche e l’Energy park di Vimercate. E così, tutti i 1000 dipendenti della Nokia, quasi la metà dedicati alla ricerca su ponti radio e fibra ottica, da 11 giorni svolgono le loro mansioni da casa o da dove meglio credono. 

«Siamo collegati alla rete e ai servizi aziendali con il portatile", dice Umberto Cignoli, ricercatore di Nokia e delegato sindacale. Anche lui in questi giorni lavora da casa. La multinazionale finlandese delle telecomunicazioni è un il posto ideale per lo smart working. "Tutte le mansioni si possono svolgere da remoto", spiega Cignoli. Certo non si può fare tutto. "Alcune operazioni, come i test su hardware e circuiti stampati vanno eseguite sul banco di prova, dunque vanno rinviate a quando cesserà l’emergenza". Ma la grossa parte dell’attività può essere fatta senza andare in ufficio o in laboratorio. Cosa che comporta parecchi vantaggi: più tempo da dedicare a se stessi e alle persone care, meno spostamenti in macchina, meno corse per timbrare il cartellino, ritmi di vita più lenti. E con i bambini che non vanno a scuola, lo smart working è una vera comodità. Gli incarichi da svolgere e il tempo da dedicare sono gli stessi che andare in azienda.

«L’orario è flessibile. Non siamo controllati al minuto. Se c’è da comunicare con i colleghi e con il responsabile del team, facciamo riunioni il teleconferenza: possono essere appuntamenti fissi durante il giorno o richiesti ogni tanto per confrontarsi sui problemi che dovessero sorgere". L’organizzazione del telelavoro dipende anche dalle proprie mansioni. I commerciali, per esempio, devono prevedere "incontri e dimostrazioni nella sede dei clienti". Che possono fare seguendo le regole di prudenza raccomandate dalle autorità e dall’azienda: "Diamo volentieri il nostro contributo al contenimento del contagio", dice Cignoli. Il luogo dello smart working è a libera scelta. Può essere la propria abitazione, un appartamento o una camera d’albergo al mare o in montagna. La realtà è che il lavoro è diventato un’arma in più per combattere la diffusione del coronavirus.

Nelle grandi aziende della Brianza Vimercatese - Sap Italia, Cisco Systems, Esprinet - il telelavoro è entrato da tempo. Ma l’emergenza dovuta al coronavirus dal 21 febbraio lo ha potenziato e diffuso. Sono quasi 3 mila i dipendenti delle aziende dell’Energy Park e delle Torri Bianche, tra le altre Kellogs e Intercos, che lo praticano. Lo raccomanda anche la STMicroelectronics di Agrate Brianza, il colosso dei microchip che in Brianza da lavoro a 4700 persone. Dopo l’emergenza dovuta al coronavirus l’azienda, su richiesta dei sindacati, ha deciso di favorire, il lavoro da remoto. Ma secondo i delegati della Fim e della Fiom la "platea può essere allargata". E non mancano resistenze in alcuni reparti.