BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Coronavirus, infermieri dalla Puglia per aiutare la Brianza

I tre poco più che ventenni sono arrivati da Altamura: "Decisive le immagini della Lombardia"

Annamaria, Andrea e Silvia hanno risposto all’appello dell’Asst che cercava personale a te

Vimercate (Monza e Brianza), 21 aprile 2020 -  «Volevamo aiutare il Nord". Quattro parole stampate su sorrisi disarmanti come sanno essere solo i ventenni. Una frase da libro cuore, se i tre giovani infermieri pugliesi in servizio a Vimercate da qualche giorno non fossero lì davanti in carne e ossa. Hanno lasciato Altamura per assistere i malati Covid in Brianza. "Quelle immagini dalla Lombardia sono state la molla". Andrea Signorini, 27 anni; Annamaria Rifino, 26: e  Silvia Vicenti 25, hanno risposto all’appello dell’Asst che cercava personale con un contratto a termine di sei mesi. In corsia dal 10 marzo sono morte di polmonite più di 200 persone. Loro si sono fatti avanti subito, un colloquio telefonico e via, assunti. Se l’emergenza, però, dovesse rientrare, tutti a casa in anticipo. Per i giovani laureati è la prima volta in ospedale, dopo concorsi e curriculum spediti dappertutto e un’esperienza in un centro per rifugiati in Basilicata.

"È lì che ci siamo conosciuti - racconta Annamaria -. Abbiamo visto persone identificate con i numeri, private della libertà e per loro siamo diventati un punto di riferimento. Abbiamo incontrato ragazzi, anziani, diabetici, cardiopatici. Quando è scoppiato il panico da coronavirus e la gente era pronta a farsi la guerra per un rotolo di carta igienica, ho pensato che forse il bacillo-killer ci avrebbe insegnato a rispettare il ‘diverso’, perché di fronte alla morte siamo tutti uguali". "Speriamo che questo momento ci insegni a mettere da parte l’odio verso gli altri solo perché cercano di sopravvivere, come noi, del resto, adesso, stiamo cercando di sopravvivere".

Con questo spirito hanno preso servizio in reparto. "L’epidemia fa più paura da lontano, quando devi occuparti dei malati pensi solo a loro", spiegano. A Pasquetta, il lungo viaggio in macchina lungo tutta la penisola "con il cuore in gola, c’è sempre il timore di non essere all’altezza". L’arrivo in città dopo un altro piccolo miracolo, "trovare casa. Non è stato facile". Dopo mille richieste a vuoto, "è impossibile, è tutto chiuso", l’agenzia ReMax che ha sede in città ha risolto il problema senza chiedere nulla in cambio.

«Un gesto di solidarietà del quale siamo grati". Ieri, dopo una settimana di docce gelate e pasti freddi "non ci avevano ancora allacciato acqua e gas", la prima carbonara della trasferta, e poi via a prendere servizio alle 17. A loro i ringraziamenti del sindaco di Monza Dario Allevi: "Siete un esempio". Per Andrea, Annamaria e Silvia, c’è stata anche una ferita. "In ospedale ci sono robot che portano i pasti ai pazienti, cartelle cliniche elettroniche e prelievi e farmaci sono gestiti via posta pneumatica da un computer. Da noi, al Sud, abbiamo solo carta e penna e facciamo tutto a mano. Non sembra lo stesso paese". Il divario c’è e si deve colmare, insegnano questi ragazzi coraggiosi.