Concorezzo, torna la paura. Brucia un altro capannone

Il rogo si è sprigionato in serata alla Hr Star, grossista di elettrodomestici. Finestre chiuse per precauzione, ma ieri mattina l’allarme è rientrato.

Concorezzo, torna la paura. Brucia un altro capannone

Concorezzo, torna la paura. Brucia un altro capannone

Ancora paura in un’azienda a Concorezzo per il rogo che sabato sera si è sprigionato nel capannone della Hr Star, grossista di casalinghi ed elettrodomestici sulla Provinciale 13, al Malcantone, cuore industriale di questo pezzo di provincia. Le fiamme sono state stroncate in fretta dal sistema antincendio interno. Ma l’allarme era scattato e all’esterno si è concentrato un forte contingente di vigili del fuoco in arrivo da Monza , Vimercate, Desio e Lissone.

Il sindaco Mauro Capitanio, d’accordo con Arpa, ha invitato gli abitanti a tenere le finestre chiuse nel raggio di un chilometro per precauzione. Ma ieri mattina il consiglio era già rientrato. "I primi accertamenti dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale non hanno registrato sostanze nocive nell’aria", conferma il primo cittadino, che all’inizio ha avuto paura di trovarsi di fronte alla stessa devastazione che il 16 febbraio in via Primo Maggio si concluse con tre capannoni fuori uso, uno che vende materiali per computer, l’altro, attrezzature per ristoranti, e un’autofficina, più danni ingenti a quelli vicini. Per spegnere tutto scesero in campo una sessantina di pompieri al lavoro per più di 24 ore. Alla fine, il conto è milionario come alla Planet Farms di Cavenago, la fattoria verticale, la prima in Lombardia a coltivare insalata con pochissima acqua e senza pesticidi, bruciata a gennaio per un guasto a un compressore. Anche lì un inferno durato giorni, terminato con il crollo interno della struttura. Per tutti gli imprenditori coinvolti lo choc di vedere andare in fumo investimenti e sacrifici, ma anche la volontà di ricostruire e, almeno nel caso di Cavenago, senza conseguenze per il personale. I titolari infatti hanno scelto di non mettere nessuno in cassa integrazione nel frattempo.

La previsione è che le attività riprendono in estate dopo il taglio del nastro della nuova fabbrica che, quando è scoppiato il rogo, era già in costruzione a Cirimido, nel Comasco. E sulla quale si è concentrata l’attenzione in attesa di sciogliere la riserva in Brianza. Le implicazioni economiche purtroppo sono pesanti, ma qualcosa di buono nella disgrazia c’è: nessun ferito, nessun intossicato. Mai un ricovero nei tre casi. Quasi un miracolo.