
Trovare il mestiere giusto non è mai facile, ma spesso scavare tra le potenzialità può fare la differenza. L’emozione dei funzionari del centro per l’impiego: "Dai disabili agli stranieri, è bello aiutare le persone".
Ognuno ha la sua storia e spesso sta nell’operatore del centro per l’impiego scavare tra le competenze per evidenziare potenzialità sottovalutate o dimenticate che possono fare la differenza nel trovare un lavoro. Si può sintetizzare così la storia di Abdu, originario della Nigeria, che con una disabilità alle gambe un anno e mezzo fa si è rivolto al centro per l’impiego di Monza cercando una collocazione mirata sul territorio. Ha avuto difficoltà al desk informazioni perché parla solo inglese. Da quando è in Italia ha sempre fatto solo l’operaio metalmeccanico. "È stato il primo caso di cui mi sono occupata quando sono venuta a lavorare al centro per l’impiego - racconta ancora commossa Monica Sarsilli -, l’ho incontrato casualmente nel periodo in cui si era rivolta a noi una scuola internazionale della Brianza che cercava un collaboratore con competenza di lingua inglese certificata tra C1 e C2 (dovendo anche introdurre nella scuola i bambini stranieri). È un livello abbastanza inconsueto per un collaboratore scolastico". Durante uno dei colloqui e la compilazione del questionario sulle competenze trasversali, Abdu rivela incidentalmente di essere laureato in Biologia e di aver insegnato al liceo, tutti dati omessi nel curriculum. Messo in contatto con la scuola, è stato inserito come assistente di laboratorio di chimica, a volte tiene lezioni e sostituzioni di chimica e biologia.
"Ogni tanto passa a salutarci - racconta la funzionaria - ringraziando tutti, visibilmente felice". Laura Cavalagli si occupa invece del Progetto giovani ed Eures (il servizio che aiuta a trovare lavoro all’estero). Racconta la storia di Giulia, 28 anni, che ha studiato a fasi alterne, diplomandosi in Amministrazione, finanza e marketing al corso serale. La sua passione è programmare i videogame, per questo l’operatrice la indirizza verso un corso di formazion ad hoc, ma durante il percorso di orientamento viene candidata anche per mansioni amministrative di tipo tradizionale. In quel settore si apre una posizione di tirocinio per sei mesi nel settore metalmeccanico di un’azienda del territorio. Giulia accetta la proposta, anche se non è esattamente il lavoro dei suoi sogni. È stata presa in carico a dicembre e a febbraio ha avuto questa opportunità che ha deciso di cogliere. "Non sappiamo se verrà riconfermata - ammette la funzionaria -, se ciò non fosse, resta aperta l’opportunità di frequentare il corso per programmatrice di videogiochi".
Al centro per l’impiego i ragazzi non sono mai soli: se una prima esperienza di tirocinio o di lavoro non viene confermata, possono scrivere nuovamente agli operatori, fissare un percorso per continuare a cercare, venendo spronati a non abbattersi. Certo la ricerca di lavoro è molto impegnativa. Si rivolgono al centro per l’impiego persone con licenza media, con diploma e anche con laurea. Giuseppe, 38 anni, ha la licenza media: ha sempre svolto lavori precari, non ha soldi per un abbonamento internet, non ha un computer e ha familiari da accudire, perciò non è disponibile per turni notturni. Finalmente, grazie al centro per l’impiego di Monza, ha trovato un tirocinio in un’azienda di servizi. Unico requisito: propensione all’apprendimento e abilità manuali di base. Il tirocinio è finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato. "È venuto da noi a ringraziarci - conclude Laura Cavalagli -, è bello aiutare le persone a trovare lavoro. Diamo informazioni realmente fruibili, con un linguaggio accessibile".
C.B.