
Distrutto dalle fiamme il quartier generale del meccanico Antonio Bagalà "È saltata la corrente, poi nel giro di due, tre minuti qui è stato un inferno".
Il giorno dopo, i primi 4 hangar del campo volo di Cogliate appaiono come scheletri di metallo sotto i quali restano cumuli di lamiere e fibra di carbonio inceneriti. Sono i resti dei 7 aerei ultraleggeri andati distrutti nel devastante incendio che si è sviluppato all’improvviso e rapidissimo mercoledì pomeriggio. Ad osservarli c’è anche Antonio Bagalà, meccanico specializzato nella manutenzione di questi piccoli gioiellini volanti, che qui aveva la sua principale base operativa: l’officina con tutte le sue attrezzature è andata distrutta insieme a tutto il resto.
Per ricostruirla e fare ripartire la sua attività, gli amici si sono attivati subito con una raccolta fondi online, che in meno di 24 ore aveva già raggiunto la quota di 10mila euro, con l’obiettivo di arrivare presto a 30.000 per consentire ad Antonio di riprendere il suo lavoro. "Sono tutti miei clienti, da anni, ormai sono più che amici –dice con la voce incrinata per la commozione –. Non mi aspettavo un simile gesto, non mi hanno detto niente, li ringrazio. Il mio pensiero ora è quello di riuscire a ricominciare al più presto questo lavoro che è prima di tutto la mia passione da quando ero bambino".
Antonio oltre a ripararli, gli aerei ultraleggeri li sa guidare e ci vola. "Ho iniziato tanti anni fa come dipendente, poi nel 2008 mi sono messo in proprio, come meccanico itinerante con il mio furgone, raggiungo diversi campi volo in Lombardia e non solo. Sono di Muggiò e quindi qui a Cogliate ho fatto la mia base e qui ci sono almeno tre giorni alla settimana". Mercoledì pomeriggio Antonio era al campo volo di Cogliate e stava lavorando ad un aereo. È stato il primo ad accorgersi. "Ad un certo punto è saltata la corrente, sono uscito e ho incrociato Marco (Alberti, direttore della scuola di volo, ndr). Gli dico: "Non c’è più corrente, cosa è successo? Il tempo di voltarmi e vedo il fumo uscire dal retro dell’hangar a fianco. Ci siamo avvicinati con l’intenzione di portare fuori gli aerei, ma non c’è stato il tempo, il fuoco ha raggiunto il tetto e ha coinvolto subito gli hangar vicini: nel giro di due, tre minuti qui era un inferno".
Il presidente dell’Asd Campo Volo, Stefano Favaro, è stato avvertito per telefono e ha raggiunto successivamente la struttura. "La mia prima preoccupazione è stata che nessuno si fosse fatto male, almeno quello per fortuna. Per il resto, il colpo è stato durissimo. Ora vedremo un po’ come fare per ripartire. Adesso dobbiamo attendere il via libera degli inquirenti perché l’area è sotto sequestro, poi inizieremo col rimuovere le macerie, bonificare e ricostruire. Devo dire che abbiamo ricevuto molta solidarietà dai tanti appassionati di volo della nostra regione e non solo. Ormai ci conosciamo tutti in questo ambito".
Anche per questo, la volontà di far ripartire subito l’attività di Antonio ha subito riscosso l’attenzione dei tanti appassionati che in questi anni hanno affidato alle sue cure i propri velivoli e vogliono continuare a farlo. "Antonio ha perso il lavoro di una vita, la sua seconda casa, ha perso tutto – scrivono i promotori della raccolta fondi –. Che siate amici, piloti o appassionati dell’aviazione chiediamo il vostro aiuto per far ripartire al più presto il suo lavoro e la sua passione".