MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Cerca l’anima gemella, conti svuotati Due anni di carcere alle truffatrici

Sondrio, valtellinese rimasto vedovo risponde all’annuncio di un’agenzia matrimoniale. Viene convinto da una coppia di donne a sborsare 110mila euro ma trova il coraggio di denunciare .

di Michele Pusterla

L’accusa era circonvenzione di incapace per aver "abusato delle passioni, dei bisogni e dell’indebolimento della capacità critica e volitiva" di un valtellinese, vedovo e affetto da sindrome depressiva, per procurarsi profitto. Sono state condannate a 2 anni ciascuna due donne residenti a Cesano Maderno, in provincia di Monza, Maria Lucia, 62enne nata a Catanzaro, e Graziella Alessandra Calò, 59 anni.

I fatti tra inizio febbraio 2017 e gennaio 2018. Tutto inizia quando Maria Lucia pubblica un annuncio su un diffuso settimanale locale riguardante l’agenzia matrimoniale “In due” di Seveso (Monza) e nel quale prospettava la disponibilità di una donna tra i 55 e i 60 anni a sposarsi o convivere. All’annuncio ha risposto un uomo, all’epoca 63enne, residente a Teglio, che poi incontra Lucia per siglare l’accordo. Un contratto in piena regola: alla donna 500 euro, a lui la conoscenza di “Silvana”, che in realtà era la Calò, una bionda avvenente che diceva di avere 59 anni (in realtà ne aveva 53) e di vivere a Morbegno. Tra loro inizia una relazione per lo più telefonica, e la donna, quasi da subito, comincia a chiedergli soldi per i più svariati motivi, raccontando di difficoltà economiche e facendo leva sulle fragilità del vedovo. Una volta erano 1.500 euro per saldare un debito, un’altra 20mila euro per non perdere la caparra per l’acquisto del nido d’amore, un’altra ancora 15mila euro per nuovi mobili, o per lavori idraulici. Alla fine riesce a ottenere 110.900 euro in contanti e a quel punto svanisce nel nulla. I figli dello “spennato“ si rendono conto dei soldi spariti al genitore e si rivolgono all’avvocato di fiducia, Francesco Romualdi di Sondrio, che dà loro i primi, importanti consigli su come agire. A niente, infatti, sono valsi i tentativi di mettersi in contatto con la promessa sposa, e Lucia sosteneva di non averla più vista nè sentita. E, a questo punto, tenta un nuovo raggiro: 3.500 euro per siglare un altro contratto con l’agenzia matrimoniale e scovare la donna grazie all’aiuto di un investigatore privato. All’incontro con la donna, a gennaio 2018, per consegnare i soldi e prendere accordi, però, il vedovo ha portato i carabinieri del maresciallo maggiore Silvano Speziali, comandante la Stazione Cc di Teglio. Al termine di più udienze, con pm Caterina Busellu, il giudice Valentina Rattazzo, ha condannato le donne a 2 anni di reclusione a testa, pena sospesa, ma solo a condizione che paghino in solido 75mila euro alla vittima entro 9 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza.