Cazzaniga, il pallavolista truffato: sequestrati i soldi elargiti alla finta fidanzata

Il denaro versato dall'ex azzurro Roberto Cazzaniga su diverse carte Postepay: accertate oltre 1.400 transazioni

Roberto Cazzaniga e Alessandra Ambrosio

Roberto Cazzaniga e Alessandra Ambrosio

Truffa da oltre 600mila euro al pallavolista ex Nazionale Roberto Cazzaniga, la Guardia di Finanza sequestra 74mila euro alla ‘fidanzata’ falsa top model con cui mai la vittima si è incontrata e all’amica complice. Ma la maggior parte dei reati ormai sono prescritti. Il provvedimento è stato eseguito su decisione della Procura di Monza al termine delle indagini che hanno permesso di fare luce sulla truffa aggravata e continuata a spese dello sportivo: suggestionato dalla convinzione di essere fidanzato a distanza con una modella brasiliana, Maya Mancini (all’anagrafe di Cagliari Valeria Satta) che sui social utilizzava le foto di Alessandra Ambrosio, ovvero modella di fama mondiale nonché angelo di Victoria's Secret per diversi anni, Cazzaniga le avrebbe elargito oltre 600mila euro.

Parte di quel denaro – circa 90mila euro – sarebbe finito nelle mani di Manuela, brianzola amica del truffato e complice della Satta, e di alcuni componenti della sua famiglia. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire 1.400 singole transazioni attraverso le quali il pallavolista ha trasferito - tra il 2008 e il 2021 – alla finta modella sistematiche somme di denaro, in particolare con ricariche e bonifici su più carte Postepay (generalmente, di importo variabile tra 200 e 3mila euro), ma anche con bonifici su conti correnti bancari e postali, oltre a provvedere all’acquisto di un’autovettura. Soldi che Maya utilizzava soprattutto per prelievi di denaro contante da vari sportelli bancari e postali, pagamenti online o in boutique. Un raggiro che ha fatto leva non soltanto sull’innamoramento dello sportivo, ma anche sulla sua compassione e generosità: le due truffatrici chiedevano aiuto per contribuire alle spese mediche per far fronte a gravi patologie sofferte (di fatto inesistenti) e per superare presunte difficoltà finanziarie che avrebbero impedito alla ‘fidanzata’ anche l’acquisto di beni di prima necessità.