Caso Gianetti: "Avanti col ricorso"

Grande delusione tra i 152 lavoratori il giorno dopo la sentenza del giudice che dichiara legittimi i licenziamenti

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di Gabriele Bassani

Il giorno dopo la sentenza d’appello del Tribunale di Monza delusione e rabbia sono i sentimenti prevalenti tra gli ex lavoratori della Gianelli Ruote di Ceriano, la storica fabbrica di cerchi per moto Harley Davidson e camion Mercedes e Man, che ha definitivamente chiuso i cancelli lo scorso 3 luglio.

Anche se il giudice di seconda istanza ha riconosciuto, al contrario del primo, il comportamento antisindacale dell’azienda nella procedura che ha portato al licenziamento dei 152 dipendenti che avevano lavorato regolarmente fino a mezzogiorno di quel caldo sabato di luglio, in sostanza per chi ha perso improvvisamente il posto non cambia nulla. "Visto che il giudice ha riconosciuto la violazione delle procedure sindacali da parte dell’azienda, avrebbe potuto andare fino in fondo, disponendo l’annullamento di quei licenziamenti", dice Giuseppe Cottone, delegato Uilm. In pratica sarebbe cambiato poco, se non una sorta di risarcimento per i mesi in cui il licenziamento è stato anticipato, ma per i lavoratori sarebbe stato un segnale importante. Il giudice invece ha deciso per un semplice richiamo all’azienda, senza ulteriori sanzioni. "Sono arrabbiato perché questa sentenza non ha portato niente ai lavoratori". Anche dalla Cgil arriva più delusione che soddisfazione: "Finalmente si sancisce l’attività antisindacale della Gianetti Ruote, ma non siamo contenti perché si doveva revocare anche la procedura che ha permesso all’azienda di licenziare 152 persone. Noi andremo avanti finché non avremo la piena vittoria e verranno risarciti i lavoratori della Gianetti", hanno ribadito Pietro Occhiuto e Stefano Bucchioni della Fiom Cgil Brianza. Rabbia che ha cominciato a circolare nelle chat dei lavoratori subito dopo la sentenza.

"Questo è un precedente grave, perché dice che un’azienda può violare le regole senza pagare pegno – ripetevano in molti, ormai disillusi – alla fine pagano sempre e solo i lavoratori". "Come portavoce Uilm – aggiunge Antonella Mancuso, in prima linea coi lavoratori Gianetti ai tempi del presidio davanti alla fabbrica chiusa e delle manifestazioni in strada– in un periodo come questo in cui i lavoratori Gkn hanno vinto il loro ricorso facendo ben sperare gli operai della ex Gianetti, non solo ritengo ingiusta una sentenza del genere ma, ancora peggio, sono delusa e preoccupata di sapere che 152 persone sono state letteralmente abbandonate anche dalla giustizia".

Restano aperte tutte le cause individuali, mentre ora si dovrà discutere anche del futuro dell’area che si avvia ad aggiungersi al lungo elenco di aree produttive dismesse sul territorio.