STEFANIA TOTARO
Cronaca

Calci e schiaffi contro un detenuto del carcere di Monza. Gli agenti negano: “Uso legittimo della forza”

A processo quattro uomo e una donna della polizia penitenziaria. Le accuse: lesioni aggravate, falso, calunnia, violenza privata, abuso d'ufficio e omessa denuncia

Cinque agenti della Polizia penitenziaria a processo a Monza (Immagine archivio)

Cinque agenti della Polizia penitenziaria a processo a Monza (Immagine archivio)

Monza – Respingono con forza l'ipotesi di un'aggressione i quattro agenti della polizia penitenziaria imputati a vario titolo insieme all'allora collega donna comandante di reparto facente funzioni in un processo al Tribunale di Monza di lesioni aggravate, falso, calunnia, violenza privata, abuso d'ufficio e omessa denuncia per avere picchiato nell'agosto 2019 Umberto Manfredi, 52enne, ex collaboratore di giustizia, mentre si trovava all'interno della casa circondariale monzese.

Il detenuto si è costituito parte civile al dibattimento insieme all'associazione “Antigone” per la tutela delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. Secondo l'accusa il 52enne, che faceva lo sciopero della fame perché voleva essere trasferito in un altro carcere, è stato colpito a pugni e schiaffi da un agente, mentre altri lo tenevano fermo. Una versione negata dagli imputati. Oggi è stato interrogato uno di loro, A.C., ispettore superiore.

"L'intervento degli agenti nei confronti del detenuto è stato graduale: prima un'azione di bloccaggio e poi l'uso della forza per cercare di contenerlo – ha raccontato l’agente – L'avevamo portato all'ambulatorio medico in barella. Ha tentato di colpire con un pugno un'infermiera, che quindi si è spostata e siamo intervenuti noi agenti. La situazione era molto concitata, il detenuto continuava ad agitarsi e ha dato un calcio al volto ad un collega. Continuava a minacciare ed insultare, non voleva ritornare al suo posto, abbiamo dovuto sollevare la barella per farlo scendere, tenendolo da sotto le braccia".

C'è un video dell'accaduto estratto da alcune telecamere interne al carcere, che mostra l'agente che schiaffeggia il detenuto ma, secondo gli imputati, le telecamere non hanno ripreso per un cono d'ombra il momento precedente in cui il detenuto avrebbe sferrato il calcio al volto. A dire degli imputati le lesioni il detenuto se le è procurate dalla caduta dopo il trasferimento in cella e da un'azione di successivo autolesionismo.

Umberto Manfredi a maggio 2019 era stato oggetto di un rapporto disciplinare per comportamenti aggressivi nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria. Era stato il Garante dei diritti dei detenuti, dopo la denuncia presentata da un parente dell'ex collaboratore di giustizia ad Antigone, a chiedere di fare luce sulla presunta aggressione. Si torna in aula a luglio.