Besana, casa di riposo horror: ora si licenzia

Sono partiti procedimenti disciplinari per 12 addetti: 7 lasciati a casa, 4 sosp esi, uno si è dimesso

Le violenze e le vessazioni agli ospiti filmate dalle telecamere nascoste (Brianza)

Le violenze e le vessazioni agli ospiti filmate dalle telecamere nascoste (Brianza)

Besana Brianza, 17 novembre 2019 - Era la fine di luglio quando era scoppiato lo scandalo dei maltrattamenti alla casa di riposo di Brugora della Fondazione Scola, che era finita al centro dell’attenzione per alcuni operatori violenti e decisamente aggressivi. "Fai schifo", "ma quando muori?". "Adesso qui ci vorrebbe un’insulina fatta bene...". Queste alcune delle frasi pronunciate e intercettate dagli investigatori e rivolte da cinque assistenti sanitari nella casa di riposo agli anziani degenti. I responsabili sono stati denunciati dai carabinieri a seguito di un’indagine partita dalla segnalazione della stessa dirigenza della casa di riposo e svolta tra l’agosto 2018 e il marzo scorso. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Monza, coadiuvata da intercettazioni ambientali e immagini registrate con telecamere e microspie, ha evidenziato come alcuni dipendenti del ricovero, quattro donne e un uomo, fossero soliti schiaffeggiare gli anziani, strattonarli e spintonarli, insultarli e minacciarli di morte. Non solo, a quanto emerso, per puro “divertimento” di notte avrebbero scoperto gli ospiti, lanciando loro acqua sul viso, accanendosi in particolare su anziane donne di cui alcune con difficoltà motorie o affette da disabilità.

Le vittime hanno un’età compresa tra gli 81 e i 99 anni, ospiti del reparto dei ricoverati per Alzheimer. Quattro mesi dopo si viene ora a conoscenza che la stessa Fondazione Scola di via Cavour ha licenziato ben 7 dipendenti e ne ha sospesi altri quattro, una ha già provveduto a dare le dimissioni sulla scorta degli episodi dei presunti maltrattamenti. La Procura di Monza sta facendo gli opportuni approfondimenti sulle violenze psicofisiche che sarebbero state fatte dai dipendenti verso gli utenti che non potevano difendersi o raccontarlo ai parenti. Dalle immagini che erano entrate in possesso dagli uomini dell’Arma si vedeva solo il terrore negli occhi delle vittime, quando gli aguzzini entravano nella loro camera da letto. Ricordiamo che era stata la stessa Fondazione attraverso il direttore amministrativo Lorenzo Guazzetti ad avvertire i carabinieri che avevano installato delle telecamere e microspie della struttura besanese. Una collaborazione sin dall’inizio nata per verificare se le voci arrivate alle orecchie della Fondazione erano reali. Quindi la casa di riposo, sin dall’inizio si è mossa per tutelare gli ospiti, pur sapendo che la notizia avrebbe danneggiato il buon nome della Fondazione. Ma come annunciato dalla dirigenza, se i timori si sarebbero rivelati reali, avrebbero preso drastici provvedimenti per tutelare gli ospiti.

"Preso atto della documentazione e visionati i filmati, le direzioni, per quanto di competenza dal punto di vista giuslavoristico, hanno deciso d’intesa con il consiglio d’amministrazione di procedere all’apertura di procedimenti disciplinari per i dipendenti coinvolti sia nel procedimento penale che negli episodi di maltrattamento – ha esposto il presidente del cda Aldo Perego –. Da ciò che è emerso sono stati aperti 12 provvedimenti disciplinari che, dopo aver garantito tutte le tempistiche previste dai contratti vigenti della Fondazione, hanno portato al licenziamento di 7 dipendenti e alla sospensione disciplinare per altri 4. Mentre un dipendente ha deciso di consegnare le dimissioni immediatamente dopo l’apertura del procedimento". La casa di riposo di Besana rappresenta una realtà preziosa per la comunità, esiste da moltissimi anni e ospita 165 anziani e dà lavoro a 120 dipendenti.

sonia.ronconi@ilgiorno.net