Cani problematici, nessuno li vuole: la nuova emergenza dell’Enpa

Spesso adottati con troppa superficialità, vengono poi portati al rifugio di via San Damiano Il presidente Riva: "Sono in aumento quelli che bussano alla struttura con le scuse più disparate"

Un cane con una volontaria

Un cane con una volontaria

Monza -  Sos canili pieni: le persone non vogliono più adottare (anzi aumentano le cessioni) e nei box arrivano soprattutto i cani problematici che difficilmente trovano una nuova famiglia. Una situazione molto difficile quella all’interno del rifugio dell’Enpa di Monza, in linea con quella di molti altri canili. Attualmente sono 53 i cani in attesa di trovare una famiglia, ma 27 sono cani di difficile adozione animali con problemi caratteriali e di gestione spesso frutto di adozioni fatte con troppa leggerezza.

Ma a preoccupare è anche il calo di richieste di adozioni: 7,75% in meno rispetto a un anno fa. I numeri, se confrontati con quelli degli anni passati, non lasciano possibilità a fraintendimenti: dall’1 gennaio al 27 luglio del 2020 sono stati ceduti all’Enpa di Monza 28 cani, ma quello del lockdown è stato anche l’anno delle numerose adozioni, nello stesso periodo del 2021 sono state 29, e quest’anno sono già 21 con oltre 50 richieste e molte domande di aiuto per la gestione casalinga. A questi numeri vanno aggiunti quelli di 70 gatti in attesa di trovare una famiglia. «Il dramma sono le cessioni - spiega Giorgio Riva, presidente dell’Enpa di Monza -. Al Nord non esistono fortunatamente situazioni di abbandono o di randagismo come al sud. I cani sono tutti microchippati e spesso quelli accalappiati sono cani che si erano persi o si erano allontanati e nel giro di poche ore vengono riconsegnati al legittimo proprietario". Ma sono in aumento anche i proprietari che bussano alle porte dell’Enpa e con le scuse più disparate chiedono di poter cedere il loro cane.

"Si tratta soprattutto di pitbull o di cani adottati o acquistati con leggerezza, spesso affidandosi ai social o a cucciolate private. Senza una reale conoscenza della razza e percorso educativo". Ma la vera scusa viene spesso celata da altre motivazioni. "C’è chi ci dice che deve cambiare casa o nazione e non può portarsi il cane appresso, o chi avanza problemi economici". Prima di arrivare alla cessione gli operatori di Enpa cercano di trovare una soluzione, ma quando ci si rende conto che il proprietario non ha intenzione di continuare a tenere il cane allora viene preso in carico dall’Ente nazionale protezione animali di Monza. "Esistono situazioni davvero problematiche, come per esempio proprietari che sono in difficoltà economica e non sanno come pagare veterinario e pappe. Noi glieli forniamo gratuitamente. Così come lezioni con l’educatore cinofilo". Le cessioni sono per la maggior parte di cani problematici. "Non vengono certo i proprietari di maltesi o barboncini a cedere il loro animale".

Riva ha le idee chiare. "Servirebbe una legge che vieti le cucciolate casalinghe". E accanto a chi decide di lasciare con facilità il suo animale, c’è anche chi è pronto a salvarlo sfidando le bombe. Come la donna fuggita a marzo dall’Ucraina insieme ai suoi 3 gatti lasciati in affido all’Enpa di Monza. La donna da poche settimane è riuscita a ricongiungersi con il marito, che ha trovato lavoro e casa in Francia, e naturalmente si è portata appresso i suoi mici. Intanto all’Enpa i volontari lavorano senza sosta, soprattutto in queste settimane di grande canicola, prendendosi cura non solo degli animali, ma anche dell’oasi di biodiversità con squadre che la innaffiano “salvandola” da queste temperature africane.