
L'arresto è stato eseguito dalla Guardia di Finanza
Brugherio (Monza e Brianza) 13 maggio 2020 - C’è anche un macellaio di Brugherio agli arresti domiciliari tra i 91 arrestati dalle Fiamme gialle, che hanno inferto un durissimo colpo a Cosa Nostra recidendo i tentacoli dei clan sul tessuto economico anche brianzolo. Leonardo Distaso, 34 anni, è stato posto agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza per riciclaggio e favoreggiamento personale, nel maxiblitz coordinato dalla Dda di Palermo in esecuzione di alcune ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale del capoluogo siciliano.
Il macellaio, titolare di un esercizio commerciale a Milano, è accusato di avere riciclato fondi per centinaia di migliaia di euro dei clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella. Il 34enne, nato e cresciuto in Lombardia. secondo quanto è emerso, si era fidanzato, dopo un soggiorno in Sicilia, con Rita Fontana, "sorella di Gaetano, Giovanni e Angelo", la famiglia ritenuta imparentata con i Galatolo – storicamente egemoni nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana e stabilita da anni a Milano, dove era dedita al reimpiego di una parte importante dei proventi delle attività criminali commesse sul territorio di Palermo.
Secondo gli inquirenti , il macellaio ha aiutato i Fontana a riciclare denaro con un’assunzione fittizia nella sua macelleria della fidanzata. Nelle carte dell’ordinanza emerge il nome di Rita Fontana e della "sua assunzione presso l’esercizio commerciale di Leonardo Distaso, che dall’ottobre del 2011 al luglio del 2013 aveva assicurato alla donna, formalmente dipendente, di godere di una schermatura legale alle sue capacità reddituali".
Oltre ad essersi prestato a riciclare, secondo l’accusa, il denaro dei clan di Cosa Nostra, Leonardo Distaso è anche accusato di favoreggiamento personale perchè, secondo l’accusa, il macellaio, dopo avere intrapreso una relazione sentimentale con una dei Fontana, era ben a conosenza delle presunte attività illecite di estorsione, traffico di droga, esercizio abusivo di giochi e scommesse che vedevano coinvolti i clan palermitani.
Quando i finanzieri della Compagnia di Monza, al comando del capitano Ruggiero Lanciano, hanno eseguito l’ordinanza nei confronti del macellaio, lo hanno anche denunciato alla Procura di Monza per detenzione di sostanze stupefacenti perchè trovato in possesso di 37 grammi di hascisc. Nell’ordinanza emerge anche che risultano avere sede legale a Monza alcune società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, uno dei settori oltre a ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative di cantieristica, compravendita di preziosi, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare, in cui i clan mafiosi riciclavano e reinvestivano gli ingenti proventi delle condotte criminali - in parte utilizzati anche per il mantenimento dei familiari dei detenuti.