
Culle all'ospedale di Monza
Monza, 9 giugno 2019 Il 30 giugno 1968, alle 5.45, all’ospedale di Monza il vagito di un bimbo appena nato saluta il mondo. Nulla di eccezionale, dato che ci si trova nel reparto maternità di un ospedale. I genitori, come riportano i giornali dell’epoca, scelgono di chiamarlo con il nome del nonno paterno: Mario.
La famiglia abita al quartiere Cederna, il papà è un perito elettrotecnico e lavora all’Enel. La mamma è emozionata e felice, anche se confesserà successivamente ai giornali che si aspettava una femmina. Il nuovo nato ha anche un fratellino, di appena un anno e sette mesi. Vivace, grassoccio, Mario dorme tutto il giorno. Certo nessuno si aspettava il momento di fama che attendeva il bimbo. I genitori riceveranno solo tempo dopo una comunicazione coi sacri crismi dell’ufficialità direttamente dal Comune di Monza. Firmata dal sindaco in persona.
Quello che la famiglia ancora non sapeva è infatti che il loro secondogenito era destinato a entrare nella storia cittadina: si trattava del cittadino di Monza numero centomila.In realtà i genitori increduli avevano avuto notizia dell’evento eccezionale in anteprima da un amico di famiglia, ma l’avevano accolta almeno all’inizio con una carta perplessità mista a diffidenza. Ed era stato soltanto quando avevano ricevuto un telegramma firmato dal sindaco Giacomo Nava che ne avevano avuto conferma definitiva. U/n telegramma di felicitazioni, con l'annuncio che l'Amministrazione comunale avrebbe aperto un libretto di risparmio da duecentomila lire per il bambino.
Monza è in continua espansione da anni a quel tempo Lungo l’arco di un secolo è interessante osservare l’aumento demografico che aveva subìto la città. Attorno agli anni Sessanta del Diciannovesimo secolo a Monza vivevano 24mila e 662 persone. Un decennio dopo solo mille nuovi cittadini si erano aggiunti, salendo a 25mila e 228 abitanti.
Il decennio successivo la prima impennata: si sale a 28mila e 12, con ben 2.800 abitanti in più. Si registra un aumento davvero impressionante nei successivi vent’anni che portano alle soglie del Novecento: il censimento effettuato nel 1901 fa registrare 42mila 559 abitanti. Nel 1911 si cresce di 11mila unità. Poi arrivano gli anni difficili a ridosso della Prima Guerra Mondiale: nel 1921 si sale solo di 3mila unità, fino a 57mila abitanti. Il fervore degli anni successivi, con la situazione internazionale momentaneamente pacificata, porta a una crescita e si sale a 60mila e 938 abitanti. L’ascesa si fa vorticosa dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale: si contano 3mila unità in più in soli 5 anni, e nel 1951 si registrano diecimila nuovi cittadini. La popolazione di Monza ora è di 63mila 977 abitanti. Dieci anni dopo, nel 1961, si raggiunge quota 86mila 927. Come è noto, negli anni Sessanta si conosce in tutta Italia un vero e proprio boom: nel 1966, a dicembre, Monza ha ormai 96mila 529 abitanti. E otto mesi dopo, il 30 agosto, si tocca quota centomila. Da lì in avanti la popolazione ovviamente crescerà ancora, seguendo dinamiche molto più complesse, che fanno i conti con immigrazione e detanalità, sino a raggiungere i 123.598 del 2017. E gli oltre 124mila degli ultimi censimenti.
Nella storia anagrafica di Monza resterà comunque scolpita per sempre la nascita di Mario, quel bimbo che per primo fece raggiungere alla sua città quota 100mila.