
Aveva 15 anni quando, durante una grande manifestazione calcistica patrocinata dal Pallone d’Oro George Weah, si mise in luce, per le sue strabilianti abilità. Tanto che tre top Club europei – Paris Saint Germain, Monaco e Atalanta – bussarono alle porte della scuola calcio in Senegal, dove giocava: "Lo vogliamo!". Un sogno, per Moussa Ndiaye, per tutti “Billy”, oggi ragazzone di 37 anni che vive a Desio, con moglie italiana e tre figli. Una grande speranza, per tutta la famiglia d’origine.
"Andiamo in Italia", decide il padre. L’Atalanta – notoriamente uno dei Settori giovanili più importanti del Continente – gongola. Subito in campo, per un provino. Dieci minuti e non hanno dubbi: "Deve essere dei nostri". Poi, però, durante le visite mediche, il brusco, inaspettato, triste, stop: problemi al cuore. "Purtroppo il mio sogno si è spezzato in quel momento", racconta Billy, che da qualche tempo ha iniziato in Italia la carriera da personal trainer in alcune palestre ma soprattutto di allenatore, prima in oratorio e poi nell’Aurora Desio. Il cuore, come quello che ha causato diverse tragedie in passato nei campi. E ha scioccato il mondo intero, per quanto successo al fuoriclasse danese e dell’Inter Christian Eriksen, all’Europeo. Un trauma anche per Billy, che tra l’altro è sfegatato tifoso nerazzurro: "Appena ho visto le immagini ho chiamato mio padre per ringraziarlo - dice -. Perché io dopo il responso della visita ero scappato da casa. Non volevo accettare quella decisione. A quell’età non capisci bene la situazione, per fortuna che mio padre mi ha fermato". La scena di Eriksen che crolla in campo ce l’ha stampata negli occhi, "mi si è gelato il sangue, ho sentito freddo alla schiena. Adesso speriamo che si riprenda al meglio, che è la cosa più importante". Billy non ha mollato la sua passione e adesso cerca di trasferirla ai bambini. "Ho studiato in Francia laureandomi in Scienze motorie e seguendo poi diversi altri corsi - dice, mentre è attorniato dai bambini del Play4Fun Camp di Lissone, dove ha lavorato nei giorni scorsi - poi in Italia ho conosciuto Nicoletta, ci siamo sposati e abbiamo tre splendidi figli".
Figli che sta crescendo con amore e nel rispetto di quelli che sono i valori che ha imparato, dalla famiglia e dallo sport: "Mi piace molto lavorare con i bambini - racconta -, alcuni vengono da me a fare delle lezioni personali di miglioramento calcistico, qualcuno è anche andato poi in settori giovanili di serie A. Adesso sono contento di avere iniziato anche all’Aurora Desio, sono pronto ad allenare una squadra e voglio sempre migliorare". Per passione e per lavoro. Per fare del bene e farsi del bene. Ricordando quegli anni in cui era lui, bambino, a sfrecciare sui campi di terra del suo Paese, a piedi nudi, facendo lo slalom tra gli avversari. E incantando tutti. Fino al sogno spezzato, che però non ha mai spento il suo sorriso.
Alessandro Crisafulli