BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La barista violentata a Vimercate: "Fiocchi rossi e drappi alla finestra”. L’appello perché la città dica basta

L’iniziativa lanciata da Donne e Diritti affinché istituzioni e società civile scendano in campo Intanto proseguono le indagini: l’uomo, italiano, aveva una sciarpa sul viso e potrebbe essere sulla trentina

La manifestazione che a settembre portò in città associazioni da tutta la Lombardia contro la violenza di genere

Vimercate (Monza e Brianza) – La condanna dello stupro, la solidarietà alla vittima, la battaglia contro la violenza sulle donne. Il caso della barista costretta sabato scorso a un rapporto sessuale nel retrobottega di un locale del centro dopo l’apertura, alle 6.30 del mattino, ha sollevato un’ondata di indignazione a Vimercate. E le associazioni che si occupano di diritti chiedono subito a tutti un gesto concreto: fiocchetti rossi da indossare e drappi alle finestre, ai balconi e alle vetrine dei negozi.

«La città non è sorda allo squallore di questa violenza", dicono a Donne e Diritti, da sempre in prima linea fra incontri pubblici e formazione nelle scuole. Una vera e propria missione portata avanti con abnegazione. Con loro, Agende Rosse che annuncia una seconda edizione della manifestazione che l’anno scorso a settembre portò in città associazioni da tutta la Lombardia per dire no al femminicidio e ai maltrattamenti. Una lotta allargata a tutte le forme di sopruso. Per la giornata fu scelto uno slogan che oggi ha il sapore amaro di una premonizione, “Non chiamateli lupi“, sottoscritto da Libera, Long Live Limo, Coraggiosamente.it, Su la testa, 25esima ora, la stessa Donne Diritti, Arci Aldo Motta e Acli.

"La brutalità non ha giustificazione, è vile prevaricazione di una persona su un’altra", le parole degli organizzatori, che tornano di attualità, dopo quel che è successo al bar alla trentenne, prima derubata e poi costretta a sottomettersi al suo aguzzino. Un copione insopportabile che qui non si vedeva da decenni e adesso incredulità e sconcerto aprono la strada all’azione.

«Siamo profondamente dispiaciute per lei – aggiungono le attiviste – continueremo a sostenere iniziative che promuovano un’educazione contro la sopraffazione, convinte che dall’insegnamento passi ogni cambiamento". Anche così si esprime vicinanza alla donna che ai carabinieri ha raccontato tutto quel che ha colto in quei terribili istanti dell’aggressore. Mentre l’indagine per arrivare alla cattura del responsabile prosegue senza sosta. Si passano al setaccio le immagini delle telecamere anche private per cercare di risalire a lui. L’uomo, italiano, aveva una sciarpa sul viso e potrebbe essere sulla trentina, come emerge dalla prima ricostruzione dei fatti.