REDAZIONE MONZA BRIANZA

Lissone: bacia allieva nei bagni della scuola, condannato professore

L’episodio, avvenuto in un istituto tecnico, fu immortalato da alcuni compagni della giovane con una fotografia. La difesa del docente: “Ci volevamo bene veramente”

Il tribunale di Monza (Archivio)

Il tribunale di Monza (Archivio)

Lissone, 8 novembre 2024 – Alla fine, quella foto scattata nei bagni della scuola da un altro studente che li aveva sorpresi a baciarsi, gli è stata fatale. È stato condannato il professore, oggi di 65 anni finito a processo per atti sessuali con minore – la sua allieva, che all’epoca di anni ne aveva 16 - con l’aggravante dell’abuso derivante dalla sua posizione di insegnante.

Tre anni e nove mesi di reclusione, a cui si aggiunge una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro e un risarcimento per danni fisici e morali ancora da stabilire. Il posto di lavoro era già perso appena la vicenda era stata scoperta e lui era stato prima sospeso e poi licenziato.

L’episodio

Una storiaccia quella emersa nel 2019, quando quella foto, scattata in un istituto tecnico di Lissone, era finita sulla scrivania dei dirigenti scolastici e, dopo una opportuna segnalazione, ne era scaturito un processo penale. I fatti. Lui, professore di Lettere, all’epoca 60enne, sposato, aveva intrecciato una relazione con la sua giovanissima studentessa, alle prese fra l’altro con una condizione di particolare fragilità, per una situazione personale e familiare ricostruita in aula come molto difficile.

Con la ragazza che, lei stessa scioccata da quanto stava avvenendo, si era confidata con alcune amiche e persino con il bidello.

La sentenza

Venerdì la sentenza di primo grado, decisa dal Tribunale presieduto da Davide Rizzuto, che ha accolto quasi integralmente la richiesta avanzata dal pubblico ministero Francesca Gentilini. Il racconto della giovane, difesa dall’avvocato Francesco Mongiu, aveva ricostruito una relazione morbosa e almeno due incontri intimi avuti con il professore nei bagni privati dei docenti. Un racconto che era stato ritenuto “attendibile e coerente”.

L’imputato, facendo spontanee dichiarazioni alla fine del dibattimento, si era difeso sostenendo la genuinità dei propri sentimenti nei confronti di quella ragazza, alla quale “voleva ancora bene”, negando di aver avuto “rapporti sessuali completi” con lei, come invece sarebbe emerso dai racconti della vittima.

Spunta un anello 

Difeso dagli avvocati Simone Vismara e Marco Bellucci, l’ex insegnante non aveva presentato però appello contro la decisione della scuola, in quanto a quel punto, finita quella che per lui era sempre stata un’autentica “storia d’amore” suggellata con tanto di anello artigianale, aveva preferito «beneficiare della cosiddetta ‘quota 100’ e andare in pensione».

Le motivazioni della sentenza sono previste entro 90 giorni, ma intanto l’avvocato Mongiu ha fatto sapere l’intenzione di valutare se agire a questo punto anche nei confronti della scuola.