Tutti insieme al lavoro: l’azienda diffusa che aiuta i ciechi a uscire dal buio

La storia di rinascita e di riscatto di Davide Rizzi e Salvatore Scorrano Capitani coraggiosi di un’impresa dove lavorano persone non vedenti

La SCR Tecnologies si occupa di impianti di movimentazione delle acque

La SCR Tecnologies si occupa di impianti di movimentazione delle acque

Monza - La competenza professionale supera l’handicap e permette di tornare a vivere e a lavorare in azienda. È la storia della Scr Technologies, fondata da Salvatore Scorrano che ha voluto come stretto collaboratore Davide Rizzi, 59 anni, non vedente da un anno e mezzoDavide è residente a Pero, è ingegnere idraulico, ha 30 anni di esperienza aziendale nella costruzione di impianti per la movimentazione delle acque. Il 1° gennaio 2021 ha aperto gli occhi e si è accorto di non vederci più. Era l’epilogo di una malattia neurologica diagnosticata nel 2018 e che improvvisamente ha portato attorno a lui solo il buio.

Dopo un iniziale sconforto Davide ha ripreso in mano la sua vita, grazie ai corsi di autonomia e di informatica per ciechi, promossi dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Monza. In quel periodo ha conosciuto Salvatore Scorrano che lo ha voluto al suo fianco in azienda (la SCR Tecnologies Srls). E così i due girano i cantieri della Brianza: Salvatore vede e descrive a Davide i dettagli tecnici, da cui questi trova le soluzioni per il problemi e Salvatore le trasforma in progetti. Insieme sono riusciti ad andare oltre i limiti e i pregiudizi e Davide, grazie ai corsi organizzati dall’Uici è tornato sui cantieri, ma anche alla sua vita normale: si muove con il bastone, usa i mezzi pubblici, in casa è autonomo, invia e-mail e risponde al telefono.

La Scr Technologies si occupa di impianti per la movimentazione dell’acqua. Ha assunto la struttura di azienda diffusa, ovvero senza una sede formale, ma distribuita sul territorio. Ha 6 dipendenti, di cui 2 non vedenti. Nel 2020 ha fatturato 120mila euro. Ha piccoli depositi a Gorgonzola e a Brugherio, un ufficio a Pero ed uno a Monza. L’azienda conta su un gruppo di collaboratori sparsi nel territorio lombardo. Ora devolverà una parte dei profitti all’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Monza, per offrire le stesse possibilità avute da Elena e Davide anche ad altre persone con disabilità visiva. "Ho creduto fin da subito in Davide – racconta Salvatore Scorrano –. Non ho avuto problemi ad adattarmi ai suoi tempi e alle sue esigenze, accettando la sua richiesta di lavorare, mettendo però al primo posto la salute". Insieme a loro lavora anche Elena Cantù, 40 anni di Monza, non vedente da dieci anni. È appena entrata nel team, lavora da casa, attraverso il pc, occupandosi di segreteria, marketing e comunicazione. Anche per lei i corsi di autonomia sono stati la salvezza per rientrare nel mondo del lavoro.