Autodromo di Monza, la guerra delle tribune: abusivi 5mila posti, "vanno smantellati"

Comune contro Sias, finisce al Tar la contesa su tre strutture realizzate oltre 20 anni fa senza autorizzazione ma sempre utilizzate La scoperta durante il sopralluogo della polizia giudiziaria all’ultimo Gp

Le tribune durante l'ultimo Gran premio di Formula uno a Monza

Le tribune durante l'ultimo Gran premio di Formula uno a Monza

Monza, 24 febbraio 2023 - Le tribune "abusive" trascinano Comune e Autodromo in tribunale. Uno contro l’altro. Non è bastata la telenovela dei sequestri e dissequestri del cantiere della Fan Zone nella settimana dell’ultimo Gran premio di Formula Uno. Ora si apre un altro fronte legale nel "recinto" del circuito. Nel mirino tre tribune, tra la zona dell’Alta Velocità, in corrispondenza della Prima variante, la Parabolica esterna, nell’ultimo settore del circuito. Per un totale di circa 5mila posti. Secondo vigili e tecnici del Comune non sarebbero a norma.

La diffida

Almeno questo risulterebbe dal verbale da cui è partita la diffida del Comune a Sias (la società di Aci che gestisce l’autodromo) e il ricorso che ora è finito davanti al Tar. Perché Sias non ha effettuato gli interventi richiesti dal Comune e nemmeno è disposta a smantellare le strutture destinate al pubblico finite sotto osservazione ad agosto, negli ultimi giorni prima del Gran premio di Formula Uno sospesi tra i sequestri e i dissequestri del cantiere della Fan Zone sul prato del Roccolo. Risolta in extremis quella questione alla vigilia del Gp del centenario, sembrava che i rapporti tra Comune e Sias fossero ripartiti da zero, con l’impegno di evitare altre pericolose “uscite di pista” sul fronte della burocrazia e dei permessi.

I sopralluoghi

Ma in quei giorni la polizia giudiziaria aveva effettuato una serie di sopralluoghi anche alle tribune: "Tre sono risultate montate, nel tempo, senza autorizzazioni, nemmeno temporanee", chiarisce il sindaco Paolo Pilotto. A quel punto i tecnici del Comune verificano che "l’unico comportamento a cui l’ente era obbligato era un atto del dirigente per chiedere a Sias di provvedere a smantellare quelle tribune". Un atto dovuto. Controllato e ricontrollato più volte. Anche quando "il presidente di Aci Angelo Sticchi Damiani mi ha chiamato dicendomi che questo atto l’avrebbe messo in difficoltà".

Il ricorso

Nessuna marcia indietro. E Aci ha presentato ricorso, chiedendo la sospensiva oltre che l’annullamento del “Verbale ispezione cantiere” del 30 agosto e la comunicazione con cui il Comune il 18 ottobre annuncia l’avvio del procedimento per accertamento di conformità urbanistica ed edilizia delle tribune, “contestandone sotto diversi profili la legittimità”. Il Comune, d’altra parte, è convinto che “le argomentazioni sviluppate nel ricorso appaiono infondate” ed è deciso ad andare fino in fondo. Perché "non può bastare affermare che quelle tribune sono costruite da più di vent’anni e che alcuni interventi della Soprintendenza ne hanno autorizzato l’utilizzo – continua il sindaco –. Purtroppo credo che la situazione in cui oggi Aci e Comune si trovano sia figlia di un passato in cui i problemi, spesso per una questione di mancanza di tempo, sono stati affrontati con soluzioni all’italiana". Ora, sulle tribune, deciderà la giustizia amministrativa. Con la prima udienza fissata per il 7 marzo.