BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Autismo: 2,6 casi ogni mille abitanti. L’Ats punta sulla diagnosi precoce

I pazienti sono 3.128, soprattutto maschi (79%), con un’età media di 15 anni ed esordio nei primi 19. La soluzione per raggiungere l’autonomia: screening, corsi di formazione e servizi sempre più in rete.

Autismo: 2,6 casi ogni mille abitanti. L’Ats punta sulla diagnosi precoce
Autismo: 2,6 casi ogni mille abitanti. L’Ats punta sulla diagnosi precoce

Screening e diagnosi precoci, corsi di formazione, famiglie e servizi sempre più in rete.

Ats Brianza lancia il piano per arginare gli effetti dell’autismo, l’obiettivo è neutralizzarli per permettere a chi è alle prese con questa condizioni di avere una vita autonoma.

Per riuscirci "bisogna intervenire prima possibile", spiega l’Azienda che ha scattato la fotografia del fenomeno sul territorio: i pazienti sono 3.128, 2,6 casi ogni mille abitanti, soprattutto maschi (79%), con un’età media di 15 anni (nelle femmine è più elevata) ed esordio nella fascia 0-19 anni (80,2%).

Tutti aspetti comuni in letteratura, la Brianza cioè è in linea con il resto del Paese, anche sul fronte del picco di diagnosi "fra i 5 e i 9 anni".

"L’evoluzione del quadro – spiega ancora l’Azienda – dipende da caratteristiche personali, come il livello di sviluppo del linguaggio, ma anche dagli interventi di riabilitazione". Da qui la necessità di mettere sempre più chance a disposizione di tutti, grazie "a un network che operi in fretta, in modo appropriato e coerente. È necessario analizzare anche il contesto: famiglia, scuola, lavoro, relazioni sociali".

Così l’osservazione a tappeto fra i 18 e i 24 mesi è stata inserita nelle attività di sorveglianza dei disturbi del neurosviluppo affidata ai pediatri. A loro disposizione c’è la piattaforma Chat, un percorso di valutazione del bambino e la possibilità di essere collegati con i Nuclei autismo nati l’anno scorso nell’ambito della Neuropsichiatria infantile. Lo specialista non è più solo, ma può confrontarsi con i colleghi. Il tutto a beneficio del piccolo paziente e dei genitori che possono fronteggiare la situazione con strumenti adeguati. Tutti insieme collaborano al recupero. Il passaggio propedeutico è l’opera di sensibilizzazione portata a termine proprio con i camici bianchi che nei loro studi hanno contatti frequenti con i piccoli.

A metà mese per loro arriva un corso in collaborazione con il San Gerardo. Lezioni per affinare la capacità di cogliere disordini quotidiani, nell’alimentazione e nel comportamento, campanelli d’allarme preziosi per intervenire senza perdere tempo. Ma anche una carrellata sulle prestazioni offerte nell’area per affrontare il problema.