Autari, il primo vino di Monza: quasi 500 bottiglie coronano il sogno (nel nome del re dei Longobardi)

Fino alla fine dell’800 Villasanta e Lesmo erano terre di viticultura, poi la fillossera ha distrutto tutto. Dopo 5 anni di lavoro per Tavecchio e Meregalli la vendemmia e il prodotto: Barbera brianzola a 14 gradi

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Monza – L’antico convento della Monaca di Monza custodisce Autari 2022, il vino barbera con 14 gradi alcolici, nato nel segno dell’ inclusione. È una storia tutta monzese quella presentata ieri da Fondazione Tavecchio onlus, titolare dell’Agriparco solidale “Colti e raccolti“, nel cuore di Monza, che insieme a Meregalli Vini (che ha sede nell’antico monastero) ha lanciato il vino Autari, dal nome del re longobardo, un prodotto che non soddisfa solo gli intenditori, ma diventa un progetto sociale e culturale straordinario.

Fino alla fine del 1800, infatti, Villasanta, la bassa monzese e Lesmo erano terre di viticultura, poi la fillossera ha distrutto tutti i vigneti, mai più ripiantati. Dopo un secolo e mezzo Alessio Tavecchio (nella foto) , insieme a Marcello Meregalli, dal 2015 hanno pensato di riportare il vino a Monza, utilizzando una porzione dell’Agriparco di via Papini che riporta al lavoro della terra e alla socializzazione persone con varie disabilità. Con l’aiuto dell’azienda vitivinicola Santa Croce di Missaglia hanno cercato un vitigno che resistesse al freddo intenso dell’inverno e al caldo estivo e hanno individuato una qualità di Barbera. Le prime barbatelle sono state messe a dimora nel 2017. I primi grappoli sono stati raccolti nel 2019-2020, vendemmia solo simbolica anche nel 2021, mentre la stagione calda del 2022 ha portato fortuna al vino di Monza.

"Dopo 5 anni di duro lavoro – dicono Alessio Tavecchio e Marcello Meregalli – la vendemmia 2022 è stata quella vincente: ha portato le prime 492 bottiglie di Barbera monzese Autari, un vino da 14 gradi alcolici, color rosso rubino, dal gusto fruttato, corposo, con retrogusto di liquirizia, imbottigliato grazie alla collaborazione dell’azienda di Missaglia". Il vino porta il nome del re Autari che suggellò il suo amore con la regina Teodolinda attraverso una tazza di vino rosso che diede inizio al regno da cui Monza ebbe origine. La vendemmia 2023 è stata rovinata dalle tempeste estive. "Confidiamo nel 2024", auspica Tavecchio.

Le quasi 500 bottiglie sono esclusive, uniche, personalizzabili: non saranno in vendita, ma verranno regalate a tutti coloro che sosterranno il progetto del Centro polifunzionale, da costruire in una porzione da 1300 metri quadrati dei 12 mila dell’Agriparco. "Il vigneto Autari è stato concepito con una chiara missione sociale – continua Tavecchio – creare opportunità occupazionali per persone disabili e preservare il patrimonio viticolo del territorio. A tutti coloro che sosterranno la fondazione con una donazione, offrirermo una bottiglia personalizzata, simbolo della storia e cultura monzese. Dobbiamo raccogliere 3 milioni di euro". Il prodotto è stato valutato da Antonio Erba, presidente dell’Associazione Sommelier Lombardia, provincia di Mb: "I 14 gradi sono ben bilanciati dall’acidità, vera spina dorsale del prodotto che lo rende gradevole da consumarsi sia fresco, ma anche da bere invecchiato tra una decina d’anni. Si abbina bene con il risotto alla monzese, con mantecatura al burro, mentre le note speziate si sposano con la luganega". L’esperto si è complimentato: "Anche la provincia di Monza e Brianza dopo 150 anni ha di nuovo il vino: era l’unica di Lombardia a non averlo. Festeggeremo il 14 giugno con una Cena in vigna. Il prossimo passo sarà la messa a punto del dossier per richiedere la Doc".