
Claudio Cappelli
Vedano al Lambro (Monza e Brianza), 3 luglio 2016 - «Sono momenti tragici per tutti noi, siamo sconvolti dall’azione di questi infami maledetti assassini». La rabbia e il dolore nelle parole della sorella di Claudio Cappelli, il 45enne di Vedano vittima dell’attentato di Dacca. L’altra sera Claudio era a cena con Gianni Boschetti, l’unico italiano sopravvissuto alla strage. «Erano al tavolo insieme – racconta il padre di Claudio, Massimo -. A un certo punto Boschetti ha ricevuto una telefonata, si è alzato ed è uscito in giardino mentre mio figlio e la moglie di Boschetti sono rimasti all’interno».
Di lì a poco l’irruzione dei terroristi. «Non avremmo mai pensato potesse accadere una cosa del genere». Erano 5-6 anni che Claudio faceva avanti e indietro dal Bangladesh. Si occupava del controllo qualità per l’azienda d’abbigliamento della madre Rosa, la Star International, base a Concorezzo e tre stabilimenti in Pakistan, in Cina e in Bangladesh. «In Cina ci era già stato e ora era andato a Dacca. Domani sarebbe dovuto tornare a casa da sua moglie e dalla sua bambina», la voce fra le lacrime di papà Massimo. «Ora abbiamo solo bisogno di silenzio», chiede la sorella di Claudio, stretta ai genitori nella casa di via Battisti a Vedano, davanti al Parco. Sconvolti anche i vicini di casa: «All’inizio pensavamo fosse successo un incidente a qualcuno perché abbiamo visto arrivare i carabinieri. E pensare che avevo sentito pronunciare il nome Cappelli al telegiornale ma mai avrei pensato che potesse essere lui».
È sotto choc anche il console generale onorario del Bangladesh in Veneto, Gianalberto Scarpa Basteri, che aveva conosciuto il 45enne di Vedano il 14 giugno scorso in un incontro al Consolato generale del Paese asiatico a Milano: «Non riesco a capire come sia potuto capitare l’attentato - dice -. Il quartiere di Gulshan dove si trova il ristorante colpito è pieno di ambasciate e sedi legali delle grandi aziende del Bangladesh. Ci sono posti di blocco e si può entrare solo con il pass. È, o meglio era, un quartiere tranquillo e sicuro come i due quartieri attigui Banani e Baridhara. Con Claudio ci eravamo appena conosciuti ma mi aveva subito impressionato la sua simpatia, la sua positività e la sua dedizione al lavoro».
marco.galvani@ilgiorno.net