BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Asst Brianza, folle dividere Desio e Vimercate"

Il consigliere regionale del Carroccio Alessandro Corbetta boccia la proposta avanzata dal collega dei pentastellati Marco Fumagalli

di Barbara Calderola

Il nuovo divorzio milionario nell’Asst Brianza fra Vimercate e Desio accarezzato dai 5 Stelle "per garantire servizi ai pazienti, altrimenti a rischio" non piace alla Lega. "Serve serietà, i confini delle Aziende non possono cambiare ogni anno".

Alessandro Corbetta replica al collega Marco Fumagalli. Lo scontro fra i consiglieri regionali di casa è "sul futuro della sanità sul territorio". Un tema delicatissimo che passa da una nuova riorganizzazione. "L’azione della Asst Brianza e del nuovo Irccs di Monza vanno sostenute garantendo equilibrio. Chi paventa la scissione tra Desio e Vimercate crea invece confusione, anche nei confronti dei dipendenti - ancora dal Carroccio -. Avere un unico territorio sotto la più grande azienda ospedaliera in Lombardia è una grande opportunità di sviluppo e forza della nostra provincia. È chiaro che l’obiettivo comune deve essere il potenziamento sia del personale che delle strutture amministrative. Dobbiamo lavorare per garantire equilibrio e mettere in campo tutti gli strumenti perché le aziende con la trasformazione del San Gerardo in Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) possano operare al meglio".

Dal leghista arriva la bocciatura totale del modello a tre poli proposto dai pentastellati: Vimercate, Desio e Irccs "il nostro non è un capriccio, lasciando tutto unito a Vimercate e Desio si aggiungeranno i servizi territoriali di Monza, l’Asst unica dovrebbe gestire quasi 1 milione di malati: un’assurdità", ribadisce Fumagalli. Ma Corbetta dissente su tutta la linea: "Negli ultimi mesi è stato portato a termine un enorme lavoro per armonizzare e riunire la sanità: dividere di nuovo tutto equivarrebbe a buttare alle ortiche questi sforzi". Senza contare che "la nuova separazione avrebbe un grosso impatto in termini di fabbisogno di organico e di ulteriori costi, che lo stesso Fumagalli quantifica in non meno di 200 milioni di euro"

"Non si può trattare il sistema delle cure come se fosse una partita di Risiko, giocando sulla salute dei cittadini. Eventuali proposte migliorative vanno ponderate, le continue modifiche organizzative ipotizzate dai 5 Stelle invece non fanno che gettare medici e infermieri in un perenne stato di incertezza. E anche questo - conclude Corbetta - è un problema".