
Straordinaria Alice Arzuffi. E’ lei la nuova campionessa italiana di Ciclocross della categoria donne elite. La seregnese, 26 anni, ha conquistato il titolo a Lecce, in Puglia, sul circuito disegnato nel Parco Belloluogo.
La medaglia d’oro che l’azzurra aggiunge a una collezione di medaglie infinita (è l’ottava maglia tricolore in carriera, ndr) vale questo ed altro in tema di festeggiamenti. Tranquilla e concentrata, Arzuffi ha affondato i colpi di pedale necessari per sfiancare le sue avversarie e dominare una corsa che l’ha vista dall’inizio alla fine l’indiscussa protagonista. Per la brianzola, in lacrime all’arrivo, si tratta di una grandissima vittoria. Che valore dai a questo trionfo?
"Sognavo questa maglia, e finalmente è arrivata- spiega Alice che si trova ad Ardea, Sud di Roma, in collegiale con la Nazionale Italiana-. Ci tenevo a riportare questa maglia a Seregno, in Brianza, per me troppo importante. Di campionati italiani ne ho vinti otto, ma questo ha un sapore particolare, non riesco a spiegare come con tutte le emozioni che avevo dentro una volta tagliato il traguardo. Quanto alla gara, tutto è andato secondo i piani, anche quello di attaccare in partenza perchè volevo il gruppo subito allungato. Solo correndo a blocco poteva riuscirmi questo capolavoro". Una gara straordinaria. Chi conosce poco il ciclocross non riesce a capire cosa vuol dire battere la fuori classe Eva Lechner, che da nove anni consecutivi ha monopolizzato la sfida tricolore.
Arzuffi ci è riuscita grazie alla forza fisica e alla sua determinazione. Chi devi ringraziare? "La squadra Fiamme Oro della Polizia, e il team 777 in Belgio per quello che fanno e per la fiducia. La mia famiglia, e il grande lavoro anche da parte dei preparatori Davide Arzeni e Luca Quinti, che hanno contribuito al successo". La Arzuffi è la prima atleta della storia brianzola a vincere il titolo italiano tra le elite. Una maglia tricolore che la brianzola porterà per tutto l’anno, e che avrà modo di indossare per la prima volta il 24 gennaio in Belgio.Danilo Viganò