Carate, arrestato ai domiciliari 12 anni dopo l'incidente. Il legale: "Stato inefficiente"

A 35 anni aveva causato un incidente da ubriaco "ma ora è un altro uomo", sostiene l'avvocato, secondo cui questo non è un caso isolato

I carabinieri di Monza

I carabinieri di Monza

Carate Brianza (Monza), 27 aprile 2022 - "Massimo disappunto" per il fatto che "uno Stato non sappia garantire l'esecuzione di una pena in tempi accettabili". E' il commento dell'avvocato Manuel Gabrielli, difensore dell'uomo che, quando aveva 35 anni, ha causato un incidente, mentre era alla guida ubriaco e senza mai aver avuto la patente e ora, a 12 anni dai fatti, quando ha un lavoro, sei figli e una vita completamente diversa, dovrà scontare 8 mesi agli arresti domiciliari per un'esecuzione pena relativa a una condanna per guida in stato di ebbrezza, con la patente revocata.

Solo uno di molti casi analoghi dove la lentezza dell'applicazione delle pene è "allucinante", secondo il legale. Protagonista della vicenda un operaio brianzolo ora 47enne, separato, a cui è stato notificato l'atto del Tribunale di Sorveglianza per scontare la sua condanna, con il contestuale arresto, che fortunatamente per lui non è stato per finire in carcere, ma ai domiciliari. Era una notte del 2010 quando l'uomo ha tamponato con la sua auto due giovani, intorno alle 3 del mattino a Carate Brianza, senza fortunatamente causare loro alcuna lesione. Bloccato dalle forze dell'ordine, era risultato positivo all'alcol test e senza patente, così come senza assicurazione.

"Abbiamo optato per il rito ordinario e celebrato il dibattimento al Tribunale di Monza - spiega l'avvocato Gabrielli - la sentenza di primo grado risale al 2010, mentre la sentenza di appello è del 2014, poi il rigetto del ricorso da parte della Corte di Cassazione nel 2015". Da allora però sono trascorsi altri 7 anni, senza che nulla arrivasse dall'ufficio esecuzione pene di Monza. "Nel frattempo questa persona ha cambiato totalmente vita, su di lui hanno pesato piccoli precedenti del passato e il fatto che la moglie in fase di separazione abbia detto che non vivesse nella sua abitazione quando invece era così - prosegue il legale - altrimenti avrebbe potuto avere l'affidamento ai servizi sociali. Ma, il punto non è il merito, bensì il fatto che uno Stato non sappia garantire l'esecuzione di una pena in tempi accettabili".

Secondo l'avvocato Gabrielli quello dell'operaio di 47 anni non è infatti l'unico caso. "Sto seguendo un uomo condannato per un piccolo spaccio di marijuana nel 2013, che ha seguito tutto il percorso di riabilitazione, anche lui ha cambiato vita e a oggi non abbiamo ancora fissata l'udienza per l'esecuzione della pena - Non solo, sto seguendo anche il caso di un imprenditore di 73 anni, condannato nel 2014 per bancarotta, che vorrebbe poter andare a visitare i nipoti negli Stati Uniti ma ha il passaporto revocato e anche lui non sa quando sarà esecutiva la sua condanna".