BARBARA APICELLA
Cronaca

L’Armadio dei poveri senza sede dopo la tempesta: attività a rischio

I vecchi locali sono stati devastati dal nubifragio di luglio, ora verrà a mancare anche il box provvisorio: si cerca un nuovo magazzino

Abiti, accessori, prodotti per la casa: il materiale raccolto dall'Armadio dei poveri

Abiti, accessori, prodotti per la casa: il materiale raccolto dall'Armadio dei poveri

Monza, 10 settembre 2023 – L’Armadio dei poveri rischia di dover chiudere le ante. Un armadio pieno di vestiti, scarpe, pannolini per bambini e pannoloni per anziani che i benefattori hanno portato e continuano a chiedere di poter consegnare, ma che l’associazione non può ricevere. Perché non ha più una sede.

Nel frattempo il telefono della presidente Roberta Campani squilla in continuazione: sono tante le persone che ogni giorno chiedono un aiuto. Ma lei non sa più cosa fare.

Il magazzino - nell’area comunale di via Borgazzi 37 - dopo il nubifragio dello scorso 24 luglio è inagibile. L’associazione, nel frattempo, non si è fermata e ha continuato a dare una mano ai bisognosi grazie alla generosità di un monzese che ha messo momentaneamente a disposizione il suo box che, però, tra poco dovrà liberare. "Mercoledì abbiamo avuto un incontro con gli uffici comunali ma, purtroppo, non abbiamo ricevuto buone notizie – spiega la presidente dell’associazione – Ci hanno riferito che nel magazzino di Spazio 37 non si può entrare, e che il Comune di Monza non ha a disposizione spazi, e quelli disponibili non sono agibili".

All’Armadio dei poveri serve un magazzino di 100 metri quadrati circa, sul territorio di Monza. "Siamo disponibili a contribuire per pagare le utenze. Non mi posso spostare da Monza. I nostri utenti sono monzesi e in città riescono a muoversi per recuperare vestiti, scarpe, prodotti per l’igiene personale. Sia le famiglie che purtroppo sono in aumento, sia i tanti senzatetto che da anni seguiamo. Oltre alle famiglie scappate dalla guerra in Ucraina che vivono in città e che hanno sempre trovato aperto e disponibile il nostro armadio. Un armadio che, all’inizio del conflitto, ha peraltro raccolto beni di prima necessità che sono stati spediti anche alle popolazioni bombardate".

Roberta Campani è disperata: si commuove quando parla dei suoi utenti e dei benefattori che in queste settimane non l’hanno mai abbandonata.

"Mi viene da piangere quando un papà di famiglia mi chiama e mi chiede un paio di scarpe da ginnastica per mandare il bambino a scuola. Ho paura che presto non potrò più aiutarlo. Mi auguro che avvenga il miracolo: che qualcuno si metta una mano sul cuore e ci permetta di continuare a essere a Monza un punto di riferimento per tutti. In questo mese e mezzo non ci siamo arresi, ci siamo adeguati anche a ritirare le donazioni sul marciapiede, ma non possiamo smettere di aiutare chi ha bisogno a chi si affida a noi".

Tanta la solidarietà mostrata sui social, ma anche la preoccupazione di chi da anni si affida all’associazione per riuscire a sbarcare il lunario.