Appalti pilotati in Brianza e nel Milanese: 5 arresti e 3 aziende sequestrate

Monza, blitz della Guardia di finanza per corruzione e turbativa d'asta: dipendenti pubblici avrebbero agevolato un imprenditore dietro mazzette. Dodici gli indagati, 5 ai domiciliari

La Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza

Monza, 17 maggio 2022 - Corruzione e turbativa d'asta: cinque persone ai domiciliari tra cui quattro dipendenti pubblici della Provincia di Monza e Brianza, di BrianzaAcque, e dei Comuni di Desio, Biassono e Pessano con Bornago (Milano). Sequestrate tre aziende e i profitti illeciti conseguiti.

Su delega della Procura di Monza i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza stanno dando esecuzione ad ordinanze, disposte dal Gip presso il Tribunale del capoluogo, di applicazione di misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di cinque persone (di cui quattro residenti a Carate Brianza, Biassono, Bovisio Masciago e Verano Brianza e una in provincia di Milano) gravemente indiziate, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta e falso. Contestualmente sono in corso di esecuzione due provvedimenti, emessi d'urgenza dalla Procura di Monza, di sequestro impeditivo di tre aziende illecitamente aggiudicatarie di appalti e affidamenti di servizi, nonché di sequestro preventivo di denaro e beni nella disponibilità dell'imprenditore per un importo di oltre 260mila euro, corrispondente all'illecito vantaggio economico conseguito.

Le indagini, delegate ai Finanzieri della Compagnia di Seregno e coordinate dal pm monzese Carlo Cinque e dal procuratore Claudio Gittardi, si sono concentrate su una serie di condotte finalizzate all'illecita aggiudicazione di appalti ad evidenza pubblica e affidamenti diretti che sarebbero stati posti in essere, tra il 2019 e il 2021, da un imprenditore residente a Verano Brianza, amministratore (di diritto o di fatto) di tre società operanti nel settore dei servizi di pulizia e manutenzione delle aree verdi, utilizzate "a giro" per partecipare a gare pubbliche in diversi comuni prevalentemente brianzoli con l'obiettivo di aggirare formalmente il principio di rotazione degli affidamenti, anche grazie ad uno stabile asservimento di pubblici ufficiali infedeli.

Più in particolare le indagini hanno ricostruito l'assegnazione alle società dell'imprenditore di appalti per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro indetti da parte dell'azienda e dei  quattro Enti pubblici locali. I pubblici ufficiali indagati avrebbero ricevuto in corrispettivo dall'imprenditore somme di denaro anche in più tranche (variabili da i 1.000 euro e i 12mila euro, a volte anche occultate nei cesti natalizi), buoni benzina e altre utilità. Alcune procedure di gara sarebbero state turbate per avvantaggiare le aziende - ora affidate ad un amministratore giudiziario nominato dall'Autorità Giudiziaria - dell'imprenditore indagato, comunicando in anticipo le condizioni tecniche contenute nel capitolato, i tempi di apertura e di chiusura dei procedimenti di affidamento, i nominativi dei concorrenti da avvicinare al fine di stabilire i ribassi da offrire.In un caso, i pubblici ufficiali coinvolti, ricorrendo ad una perizia suppletiva per una variante "fittizia" e falsificando lo stato di avanzamento dei lavori già ultimati avrebbero attestato, a cantiere chiuso, l'avvenuta esecuzione di ulteriori opere, procurando così al corruttore un ulteriore profitto illecito. In due occasioni, la condotta d'istigazione alla corruzione dell'imprenditore ha trovato l'opposizione dei pubblici ufficiali che hanno restituito le somme indebitamente consegnate. Complessivamente sono 12 le persone sottoposte ad indagini