SONIA RONCONI
Cronaca

Morto a Cesano: "I miei figli lo hanno soccorso ma è spirato appena salito in ambulanza"

L’accorato ricordo di Arcangela, la moglie della vittima Antonio Massaro, architetto

La casa di via Pascoli dove è avvenuta l’intossicazione

Cesano Maderno, 2 gennaio 2017 - La famiglia Massaro doveva trascorrere una serata in famiglia per festeggiare il Capodanno. Purtroppo il 54enne Antonio è deceduto durante il trasporto in ospedale a causa di una inalazione del gas avvenuta all’interno del suo appartamento di via Pascoli. Anche la moglie e i 2 figli maschi sono stati portati all’ospedale di Niguarda per un controllo, ma sono tornati a casa e non sono stati sottoposti a trattamenti. Una casa su tre livelli, dove il figlio 18enne era in taverna e il più piccolo in mansarda. Papà Antonio era al piano terra e avrebbe inalato il monossido di carbonio sentendosi male. I figli sono accorsi e l’uomo è stato trovato accasciato al suolo. È intervenuta l’ambulanza e i carabinieri della Compagnia di Seregno, quindi sono rientrati la figlia e la moglie Arcangela Lanno. La moglie, con i due figli maschi, è stata portata per un controllo all’ospedale Niguarda di Milano e non si dà pace. «Mio marito è deceduto per un arresto cardiaco, in casa c’era poco monossido di carbonio».

Ora il suo corpo giace in un lettino della camera mortuaria a Garbagnate in attesa di sapere se il pm disporrà un’autopsia. «Le tracce di monossido nella casa era poche, spiega con la voce rotta dal pianto la moglie -. Mio marito si è sentito male e i miei figli sono accorsi, hanno subito chiamato l’ambulanza. Appena è stato trasportato è spirato». Una famiglia unita quella dell’architetto Antonio, sposato da vent’anni e con tre figli: Michele di 18 anni (nome del nonno), una figlia, che era fuori casa, e il più piccolo 14 anni. La coppia è originaria di un paesino in provincia di Foggia: San Marco in Lamis. Nonno Michele e nonna Maria sono arrivati a Cesano circa 40 anni fa con i tre figli Antonio, Giuseppe e Nazzareno.

La coppia si è conosciuta al paese e vent’anni fa anche Arcangela, dopo le nozze, si è trasferita a Cesano dove ha avuto i figli e fa la casalinga. «Mio marito è sempre stato un tipo riservato, molto stimato nell’ambiente di lavoro - spiega -: amava la sua famiglia. Non era uno sportivo, ma ero un uomo molto creativo, onesto e puntiglioso. È difficile descrivere un uomo tanto bravo con poche parole. Era curioso, amava leggere e interessarsi su tutto. Un padre eccezionale e un marito davvero unico. La sera di Capodanno avevamo deciso di trascorrerla in casa, perché quest’anno abbiamo subito alcuni lutti, mai più potevo immaginare che sarebbe finita in modo tanto tremendo». sonia.ronconi@ilgiorno.net