DARIO CRIPPA
Cronaca

Studente picchiato, gli anni di piombo di Monza

Mentre andava al liceo classico Zucchi nel 1973 fu vittima di un agguato a sprangate, a salvarlo soltanto l’intervento di un operaio

Gli anni di Piombo di Monza

Monza, 27 marzo 2022 - Sono le 8 del mattino. D. è uno studente di sedici anni e, come ogni mattina, esce di casa per andare a scuola. Non sappiamo cosa pensi, esattamente, cosa attraversi la sua mente. Probabilmente i pensieri di tutti i ragazzi, le materie da studiare, i professori, il compito in classe, magari quella ragazzina che gli piace. E la politica, tema assillante per i ragazzi che come lui vanno a scuola e maturano ciascuno le proprie simpatie e antipatie.

Siamo nel 1973. Sono anni difficili, quelli. L’atmosfera ribolle. La passione politica chiede ai ragazzi di schierarsi, a volte come tifoserie inferocite, da una parte o dall’altra dello steccato. Senza possibili mediazioni, a sedici anni soprattutto non si può. Sono anni in cui gli atti violenti sono sempre più frequenti, e preoccupanti. L’escalation di violenza arriva a lambire e a volte a travolgere anche una tranquilla città di provincia come Monza. Basta sfogliare le pagine dei giornali dell’epoca per ritrovarsi di fronte alla cronaca di episodi sempre più allarmanti.

Gli scontri fra simpatizzanti o militanti del Pci e della galassia di sigle di estrema sinistra da una parte, e quelli di estrema destra e partiti che si riconoscono addirittura nel Fascismo dall’altro sono all’ordine del giorno. Soltanto nel 1973 a Monza si ha notizia di una bomba esplosa sotto la casa in cui abita un militante del Movimento studentesco. Il segretario cittadino del Movimento sociale viene malmenato sotto la propria abitazione. Sei giovani mascherati danno alle fiamme la macchina di un missino. Bombe e ordigni esplosivi vengono ritrovati con frequenza sempre più allarmante.

D., il ragazzo di sedici anni di cui si era parlato all’inizio di questo articolo, ha una grave pecca, da questo punto di vista: è un simpatizzante dell’Msi. Un partito che si richiama alla destra e a valori controversi. E così quel giorno incappa in un agguato che ricorda quanto accadrà – nemmeno due anni più tardi – a un giovanissimo milanese, Sergio Ramelli, ucciso a sprangate da alcuni studenti. E così D., che frequenta il liceo classico Bartolomeo Zucchi, mentre si dirige verso la propria scuola lungo la via Ugo Foscolo, vede spuntare alle sue spalle due ragazzi che ridono maneggiando una chiave inglese. Lui indietreggia, capisce che c’è poco da scherzare e prova a fuggire. Tutto inutile. Forse li conosce, non è escluso. In una città piccola come Monza ci si conosce un po’ tutti, in fondo. Il ragazzo viene circondato e bloccato da altri due giovani, con indosso il passamontagna, occhiali scuri e armati con una spranga di ferro.

I quattro cominciano a picchiarlo. Alla testa. Sembra vogliano ucciderlo, come dirà poi la vittima. Il sedicenne si ritrova presto in un lago di sangue. Finito a terra, i suoi aggressori continuano a colpirlo, mentre lui tenta di proteggersi con le mani finché sviene. C’è un lieto fine, per lui, dato che a salvarlo ci pensa un operaio che si trova a passare di lì mentre si reca al lavoro. L’operaio non ci pensa su due volte, strappa di mano la chiave inglese (è lunga 48 centimetri) e il passamontagna a uno dei ragazzi e li mette in fuga. Chiama lui la Croce Rossa. Ricoverato d’urgenza, il sedicenne subisce l’amputazione di una falange ma se la cava, per sua fortuna, con una prognosi di trentacinque giorni. Seria, ma non troppo grave.

In ospedale, racconterà: "È vero, sono un simpatizzante del Msi, però non ho mai svolto politica attiva e non ho mai avuto a che fare con gli avversari politici del mio partito. Non mi spiego perciò la brutale aggressione di cui sono stato vittima… Picchiavano alla testa come a voler uccidere". Qualche tempo dopo, uno dei ragazzi coinvolti nel pestaggio verrà rintracciato e denunciato per lesioni aggravate e detenzione abusiva di armi improprie. Altro su questa vicenda, le cronache dell’epoca non sembrano voler raccontare altro. In quello che per modalità e atmosfera sembra anticipare quanto accadrà di lì a non molto a un altro ragazzo, Sergio Ramelli, appunto. Preso di mira per un tema, “messo alla gogna“, e massacrato da alcuni studenti della Facoltà di Medicina.