Anche nel pubblico stipendi diversi: "Cambiare mentalità"

Il monito dell’assessora di Monza Andreina Fumagalli

Anche nel pubblico stipendi diversi: "Cambiare mentalità"

Anche nel pubblico stipendi diversi: "Cambiare mentalità"

Oggi che la coscienza sul tema della discriminazione di genere è molto più viva rispetto al passato, anche le politiche si stanno via via muovendo nella direzione di appianare i divari tra uomini e donne. Nel Comune di Monza le assessore alle Pari opportunità Andreina Fumagalli e alla Cultura Arianna Bettin sono entrambe sensibili e attive sul tema. "Già la scelta come Giunta di avere 4 assessori uomini e 4 donne ci pare un bel segnale – spiega l’assessora Fumagalli –, così come in Comune avere 7 dirigenti uomini e 7 donne. La disparità oggi sappiamo essere soprattutto nel privato, dove c’è una differenza media di retribuzione del 20%, ma non c’è ancora completa parità nemmeno nel pubblico, salvo che nella scuola". "Sul tema della lotta alla discriminazione come Amministrazione diamo un nostro contributo – prosegue l’assessora –. Abbiamo attivato 29 borse di studio di 500 euro per ragazze che vogliano fare facoltà scientifiche, tradizionalmente pensate per i ragazzi. Sono all’interno del più ampio progetto per i giovani “Neet-a-mente meglio!“, nato dal bando “La Lombardia è dei giovani“". "Il tema della percezione conta moltissimo, il problema è tutto culturale – sottolinea –. Già da piccoli si cresce con giochi o solo per maschi o soltanto per femmine. Ci vuole una lotta agli stereotipi attraverso un processo anche culturale".

"Nell’ambito culturale prestiamo molta attenzione alle programmazioni teatrali su questo tema – dice l’assessora Bettin –. In questi anni sia al teatro Manzoni sia al Binario 7 sono andati in scena spettacoli su figure femminile che decostruiscono l’immagine della donna, esaminando i conflitti sociali che ne ruotano attorno. Significativo quello inscenato il 16 dicembre al Manzoni intitolato “Sei donne che hanno cambiato il mondo“, di Gabriella Greison, su sei importanti scienziate non sufficientemente conosciute, vittime di “cancel culture“ in un mondo a prevalenza maschile".

"Anche le associazioni culturali attive sul territorio trattano spesso il tema – prosegue Bettin –. Tra novembre e dicembre Novaluna ha organizzato tre incontri sulle architette e designer donne del Novecento. Anche qui da noi in Brianza è molto vivo il problema. Spesso le ditte passano in gestione da uomo a uomo, difficilmente si vede un’impresa in mano a una donna". Parlano le assessore, trovandosi concordi, di donne che non sono viste, commentate, discusse, per il loro contenuto intellettuale, morale, emotivo, artistico, ma solo per la loro esteriorità, in funzione dell’uomo. "Le donne tendono ad essere private della loro individualità, ad essere spersonalizzate", osserva Bettin. "Il problema è il corpo della donna che è mercificato – sottolinea Fumagalli –. Nelle pubblicità il corpo della donna è merce e donne che non sono avvenenti fisicamente vengono dileggiate e offese". Da donna Fumagalli lamenta di sentire la discriminazione soprattutto nella paura di girare per strada di notte, oggi come trent’anni fa, mentre Bettin nel non aver potuto giocare da piccola con le cose “da maschi“ e oggi di ricevere non poche volte attenzioni e apprezzamenti per il suo aspetto esteriore, piuttosto che per la sua attività politica e il contenuto del suo pensiero.

A.S.