Alco Altasfera, la rabbia di lavorare gratis

Lo sciopero e la protesta per i sindacati sono dovuti a stipendi non pagati da mesi, contributi non versati e contratto non rispettato

Migration

di Veronica Todaro

Sciopero ieri mattina di tutti i turni di lavoro dei lavoratori di L’Alco Altasfera e presidio davanti al punto vendita di via Parma 8 dalle 8.30 alle 11. Diverse le motivazioni della protesta dei lavoratori, a partire dalle continue comunicazioni riportanti lo slittamento del pagamento degli stipendi, disattese da ulteriori ritardi (a molti lavoratori non è stato corrisposto lo stipendio di settembre); nessuna indicazione riguardo il pagamento della quota mancante di quattordicesima e degli arretrati retributivi dal 2015 ad oggi e della tranche di una tantum del Contratto collettivo nazionale di lavoro a cui si aggiungerebbe la mancanza di approvvigionamento dei prodotti nel punto vendita e l’assenza di comunicazioni sullo svolgimento e avanzamento di trattative relative alla cessione, più volte annunciata, del gruppo

L’Alco Altasfera che impiega più di mille lavoratori in numerosi punti vendita delle province lombarde e 32 lavoratori a Varedo preoccupati per le prospettive occupazionali. Il cash & carry di Varedo vanta una superficie di vendita di 7.000 metri quadrati ed è tra i più grandi cash & carry del canale Altasfera di L’Alco Grandi Magazzini SpA.

"Il presidio e lo sciopero sono stati molto partecipati - spiega Matteo Moretti, segretario generale Filcams Cgil Monza e Brianza – con una adesione del 90% . Quella di oggi è stata una giornata di svolta per i dipendenti di Varedo, perché se da un paio d’anni i problemi si si sono protratti, fino ad ora i dipendenti hanno dato fiducia all’azienda, sopportando e subendo. Ora il filo si è rotto. La fiducia incondizionata non c’è più".

Al momento i lavoratori sono in sofferenza anche per la cassaintegrazione legata alla pandemia, che ha aggravato una situazione pregressa. La crisi è su tutti i punti vendita, circa 40 in tutta la Lombardia.

"Il tema di ulteriore preoccupazione – prosegue Moretti – è stato ulteriormente confermato al tavolo di confronto a livello regionale tra azienda e sindacati che si è svolto nei giorni scorsi, dove senza ulteriori informazioni l’azienda ha dichiarato che ci sarebbero in corso trattative per la cessione, senza dare rassicurazioni su tempi, modalità, soggetti coinvolti e garanzie occupazionali per i lavoratori. Una notizia che ha creato notevoli preoccupazioni tra i lavoratori, con un’età media tra i 35 e i 40 anni con qualche caso di marito e moglie al lavoro nello stesso punto vendita".

I lavoratori non si arrendono e proseguiranno le iniziative di protesta, chiedendo all’azienda di dare risposta sia sulle tutele economiche sia sulle prospettive future.