DARIO CRIPPA
Cronaca

Agguato a Monza, la vecchia mala e 3 arresti

Due anziani criminali avevano teso una trappola sparando alla schiena di un ultrà spacciatore. In manette anche la vittima scampata

di Dario Crippa

Un agguato nel sangue, un uomo ferito alla schiena da un corpo di arma da fuoco. La fuga fino a un ristorante, “aiutatemi, mi hanno rapinato”. Un racconto alla polizia che faceva acqua da tutte le parti: un gruppo di fantomatici criminali dell’Est mentre lui – la vittima – si era appartato con la fidanzata alla quale aveva dato il proprio scooter per fuggire. Davvero troppe incongruenze nel racconto reso dalla vittima di una sparatoria avvenuta la sera del 18 giugno in via Fiumelatte, a due passi da viale Lombardia. Cosa fosse avvenuto davvero è stato ricostruito ora dagli agenti della Squadra Mobile guidati dal vicequestore Francesco Garcea.

Che hanno annunciato ieri mattina l’arresto di tre persone: i due aggressori – Achille Lorenzi e Sergio Luigi Cavalli – e la loro stessa vittima, Mattia Personeni. Dietro, una storia quasi da romanzo. Innanzitutto, per il profilo dei personaggi. I primi due hanno 69 e 74 anni: criminali incalliti, alle spalle una sfilza di precedenti dalla rapina allo spaccio. Vengono rispettivamente da Bergamo e Sesto San Giovanni. La loro vittima è pure di Bergamo, ma di anni ne ha 34 anni. Precedenti per spaccio, è stata di recente condannata a 2 anni e 8 mesi per spaccio (2 chili e mezzo di marijuana) e concorso in rapina al termine dell’inchiesta “Mai una gioia” della Procura di Bergamo. Mattia è un ultrà, ed è indagando sul mondo della tifoseria organizzata dell’Atalanta che emerge il suo profilo.

Ma cos’hanno a che partire i tre? Per gli investigatori, tutto ruoterebbe attorno a un debito da 30mila euro. Che il Lorenzi deve proprio a Personeni. Visto che non glieli dà, però, Personeni lo minaccia, va a casa sua e arriva a schiaffeggiarlo davanti alla moglie del vecchio criminale. Un affronto imperdonabile.

Lorenzi prepara una trappola. Invita il 34enne a seguirlo, in una valigia vicino a un casolare abbandonato di viale Lombardia promette che “ci sono tutti i suoi soldi”. Si fa accompagnare dall’anziano amico Cavalli, precedenti pure lui. Mattia si lascia ingolosire, ma non si fida. E parte pure lui armato: con una penna pistola clandestina calibro 21; e una calotta di plastica rinforzata in testa. Di quelle usate a volte dagli ultras. Lorenzi e Personeni partono assieme da Bergamo su un minivan. A Sesto salgono sull’auto di Cavalli. E vanno a prendere la fantomatica valigia. Quando sono sul posto, però, gli spari. Due i colpi esplosi: uno di fucile (verrà ritrovato un bossolo calibro 12), spara il 69enne e colpisce Personeni alla schiena, il proiettile esce da un fianco e gli lede l’intestino; l’altro colpo, da una pistola, manca il bersaglio (viene trovata un’ogiva in un muretto).

Dopo mesi di indagini difficilissime (non parlava nessuno), ecco il triplice arresto: tentato omicidio in concorso per i due “anziani”; porto abusivo di armi clandestine per il 34 enne.

Resta da comprendere la natura di quel debito. Il nome dei due anziani sodali fra l’altro è legato da un caso del passato. Il rapimento nel 1973 del piccolo Mirko Panattoni, 7 anni: prigioniero per 18 giorni, fu rilasciato dopo il pagamento di un riscatto di 300 milioni di lire. I suoi rapitori non furono mai scoperti, anche se sia Lorenzi che Cavalli finirono fra i sospettati, ma furono completamente prosciolti. L’inchiesta era ripartita nel 2019.